Calolziocorte, 16 giugno 2013 - Una brillante operazione è stata portata a termine dagli agenti della polizia locale calolziese. Tramite la videosorveglianza e le indicazioni di un proprietario di uno stabile deturpato da graffiti e altri danneggiamenti, sono stati individuati i componenti di una baby gang, così si chiamavano loro stessi, tutti giovanissimi e di origini africane, che da tempo imperversava a Calolzio e non solo. Un lavoro molto riservato che ha avuto inizio lo scorso 25 maggio e portato a termine in questi ultimi giorni. Gli uomini del comandante Andrea Gavazzi hanno così scoperto chi da tempo danneggiava i muri della zona, e non solo.

«Abbiamo potuto individuare il quartetto, grazie alla videosorveglianza e alle indicazioni che ci ha fornito il proprietario di uno stabile. Gli autori di questi atti vandalici sono stati segnalati alla Procura minorile di Milano, avendo i quattro un’età compresa tra gli undici e i quattordici anni», spiegano dal comando. I quattro minorenni, dopo avere messo a segno gli atti vandalici, mettevano sotto al loro scempio la firma «Baby gang». Una delicata indagine che si è conclusa in tempi brevi, dopo che il proprietario dello stabile di via Colleoni aveva avuto un incontro con la polizia locale. Dalle indicazioni ricevute gli agenti hanno convocato uno dopo l’altro i quattro minorenni e, singolarmente, hanno confessato i danneggiamenti che avevano causato.

Il più grande ha da poco compiuto i 14 anni e quindi dovrà essere processato. Il più piccolo, invece, solo undici anni. I quattro ragazzini, tutti di origini africane, sono poi tornati nelle loro abitazioni di Calolzio. Dicono ancora gli agenti del comandante Andrea Gavazzi: «Le loro famiglie sono ben integrate nel tessuto calolziese. Famiglie che lavorano e hanno un buon rapporto con tutti». Da tempo si registravano imbrattamenti messi a segno da graffitari. Ora le indagini dovranno anche portare alla luce se altri incursioni messe a segno in precedenza sono sempre opera del quartetto di minorenni. Nel frattempo il neo-quattordicenne è in attesa dell’interrogatorio delle autorità competenti minorili, per poi andare a processo. Negli altri casi, molto probabilmente, dovranno intervenire i servizi sociali per valutare se esiste una possibilità di intervento educativo da parte del Comune.

di Vladimiro Dozio