Merate, 15 giugno 2013 - Indagata e promossa, con tanto di aumento di stipendio. Cristina Clementi, 47 anni di Merate, finita non in una ma in due inchieste della “sanitopoli” lombarda, rinviata a giudizio con l’accusa di corruzione e turbativa d’asta, da responsabile degli Affari generali e legali dell’Azienda ospedaliera di Vimercate e Desio dove presta servizio, è stata nominata direttore del Dipartimento amministrativo. La mansione gli frutterà un compenso di quasi 20.500 euro in più all’anno, per la precisione 20.457, in aggiunta ai 110mila e rotti che già percepisce. A deliberare l’avanzamento di carriera, nonostante la bufera giudiziaria da cui è stata travolta, è stato il “diggi” dell’Ao vimercatese Pietro Caltagirone, con atto numero 390 datato 8 maggio 2013.

«Atteso che risulta necessario provvedere alla nomina del direttore del Dipartimento gestionale amministrativo, si ritiene, sulla base dell’analisi comparativa dei curricola, di affidare l’incarico all’avvocato Cristina Celementi». La quale, secondo i suoi superiori, di fatto ricopriva già tale ruolo e pertanto si sarebbe soltanto formalizzata una situazione in essere, con il riconoscimento tuttavia di un entrata extra. Il primo filone in cui la meratese è rimasta coinvolta è stato quello dell’indagine «teleospedale» del 2010, un progetto che prevedeva l’installazione in tutti i nosocomi lombardi di apparecchi tv attraverso i quali trasmettere informazioni di servizio ai pazienti ma anche spot pubblicitari.

Con lei, per la stessa pratica, figurano altri nomi eccellenti della sanità, della politica e dell’imprenditoria lecchese, come il conte leghista di 54 anni di Missaglia Alberto Uva, che avrebbe cercato di corrompere l’ex consigliere regionale Stefano Galli con una mazzetta da 15mila euro, l’ ex responsabile del personale dell’Azienda ospedaliera lecchese Luca Filippo Maria Stucchi di 48 anni di Merate e numero uno del Carlo Poma di Mantova, Maurizio Amigoni, classe 1950, ex direttore generale proprio dell’Ao di Desio e Vimercate e l’ex assessore 63enne al Pirellone alla Solidarietà sociale Giulio Boscagli. 

La seconda operazione operazione, scattata a inizio 2013, riguarda invece presunte commesse truccate con la complicità dei vertici dell’Aler - Agenzia regionale per l’edilizia residenziale - e della Kaleidos, società attiva nel settore del noleggio di auto e affiliati alla Compagnia delle opere, l’associazione imprenditoriale del movimento di Comunione e liberazione. In particolare alla Clementi è stato contestato un caso di corruttela risalente al 2008 per una gara da 1.120.000 euro per la fornitura appunto di veicoli a lungo termine senza autista all’ente dove lavora. Sarebbe stata “incastrata” da alcune mail e da intercettazioni telefoniche, che le sono valse anche gli arresti domiciliari. Lei e i suoi avvocati tuttavia hanno sempre respinto gli addebiti, sostenendo che nemmeno se avesse voluto avrebbe potuto interferire, perché la gara d’appalto non sarebbe stato gestita da lei. Una volta revocata la misura cautelare in attesa del processo, dopo un periodo di sospensione forzata, non solo ha ripreso servizio ma ha ricevuto anche una promozione.