Lecco, 11 giguno 2013 - Arrabbiati al punto di sommergergere di commenti - alcuni al limite della censura tanto il tema era sentito - il sito internet de Il Giorno. La notizia dell’operazione «Lazzaro» con cui la Guardia di Finanza, dopo un anno di indagini, ha smascherato 300 furbetti che per anni hanno incassato (indebitamente) le pensioni di parenti già morti da tempo. Un’ondata di sdegno inimmaginabile perché, ci viene da pensare, si tratta di un reato «odioso» che va a colpire proprio la collettività distraendo risorse alle casse statali che altrimenti potrebbero essere utilizzate per chi ne ha veramente bisogno.

Un reato chi mina l’essenza stessa del vivere civile e che oggi suscita ancora maggiore riprovazione per via della crisi che riduce ogni giorno la possibilità di intervento della spesa pubblica. C’è rabbia, molta rabbia nella pioggia di messaggi giunti alla nostra redazione internet con più di un lettore che ci scrive addirittura di pubblicare nomi e cognomi - che nemmeno noi conosciamo, peraltro - di quanti hanno truffato. Ben venga la condanna sociale in un Paese ammalato di buonismo e poco senso della cosa pubblica ma non fermiamoci qui. Sarebbe innanzitutto sbagliato - crediamo - spiegare la ragione di tanto fervore limitandolo alla contingenza perchè equità, giustizia e rispetto delle regole sono capisaldi che sottendono qualunque convivenza civile e presupposto necessario di uno Stato democratico. Come sarebbe sbagliato, del resto, fermarsi a slogan di principio senza far rispettare, nel concreto, questi valori.

L'operazione delle Fiamme Gialle, che hanno lavorato incrociando le banche dati di Inps e Comuni, va letta in questo senso: la collaborazione tra istituzioni è indispensabile per arginare il malcostume, che spesso è proprio il frutto di anni di lassismo. Perché l’essere umano, si sa, è egoista per natuta a tutte le latitudini e a nessuno - dal tedesco, al giapponese passando per i probi scandinavi - è mai piaciuto pagare le tasse. La differenza la fanno la cultura anzitutto, i controlli e la certezza delle pena quando si sgarra. Deterrenti quanto mai necessari proprio di questi tempi.

andrea.morleo@ilgiorno.net