Lecco, 8 giugno 2013 - I familiari erano morti da tempo, ma gli eredi hanno continuato a riscuoterne la pensione, qualcuno anche in rinomate località turistiche della Spagna e della Francia. A stanare circa trecentocinquanta “furbetti del vitalizio”, che hanno incassato 700mila euro non dovuti, sono stati gli agenti delle Fiamme gialle lecchesi alle dipendenze del colonnello Corrado Loerio, in quella che è stata denominata operazione “Lazzaro”, come il miracolato risuscitato.

Le donne e gli uomini della Guardia di finanza, insieme ai responsabili provinciali dell’Inps, hanno passato al vaglio tutte le posizioni previdenziali sospette, circa 10mila pratiche, di persone che all’anagrafe risultavano decedute nei confronti delle quali però continuavano ad essere erogati assegni di anzianità.

Dagli accertamenti sono emerse appunto trecento posizioni irregolari per questioni amministrative e una cinquantina anche penalmente, di gente ciò che ha imbrogliato di proposito, tutti titolari di un proprio reddito da lavoro dipendente o autonomo, che hanno continuato a riscuotere per anni le pensioni dei parenti trapassati, come nel caso di un nipote che ha incassato per novanta mensilità la pensione del nonno morto da oltre sette anni.

Sono stati tutti denunciati alla Procura della Repubblica con l’accusa di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche – poiché, mediante delega allo sportello o direttamente sul conto corrente continuavano a percepire indebitamente pensioni erogate dall’Insp – sia per il reato d’indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato,  per aver omesso di comunicare il decesso del de cuius.

L’intervento dei finanzieri ha permesso l’immediata sospensione delle prestazioni pensionistiche non dovute, consentendo il rientro nelle casse dello Stato di oltre 100 mila euro, mentre per gli altri sono in corso le procedure di recupero. Per i soldi finiti all’estero invece si sta valutando la possibilità di attivare la procedura internazionale.