Oliveto lario, 5 giugno 2013 - Una bombola di gas aperta, alcuni strofinacci inzuppati di gasolio e una manciata di cerini. Un inizio di giornata così proprio non se lo sarebbero aspettato i gestori del «Pareo Beach» che stavano correndo contro il tempo per essere pronti all’inagurazione fissata per le 19 di domani. Ancora non è chiaro se il bar a lago, realizzato all’interno del Centro sportivo comunale in frazione Onno, aprirà comunque i battenti dopo l’inquietante ritrovamento di ieri mattina che ha mobilitato l’intera stazione dei carabinieri di Valmadrera, nonché i colleghi del Nucleo investigativo della Compagnia di Lecco.

Sul posto, in mattinata, è giunto anche il comandante provinciale, Marco Riscaldati, accompagnato dal suo braccio destro, Alessandro Giuliani, che poi ha avuto il compito di consegnare in Procura la denuncia dei titolari - i soci della «BD Gruop srl», società con sede a Lecco, in via Col di Lana - contro ignoti. «Il nostro compito sarà quello di dare una risposta a quello che senza ombra di dubbio è un gesto dimostrativo», spiega subito lo stesso colonnello Riscaldati che poi aggiunge che «quella bombola non poteva esplodere perché il gasolio non si incendia e quindi non c’era un innesco». Chi ha posizionato quell’ordigno rudimentale non voleva uccidere e nemmeno incendiare il locale «a meno che non fosse uno del tutto sprovveduto e non lo credo: è chiaramente un gesto simbolico, che rimanda ad altro».

Quell'ordigno rudimentale era solo un messaggio sin troppo esplicito a cui ora gli inquirenti - coordinati dal sostituto procuratore Paolo Del Grosso, titolare dell’inchiesta - dovranno dare una spiegazione. E se possibile un nome agli autori. «Non escludiamo alcuna pista», ha aggiunto il tenente colonnello Giuliani in serata quando in caserma già si lavorava ai primi rilievi. Tutte le ipotesi sono al vaglio: dal gesto di un mitomane, ad eventuali connessioni con la vita privata dei quattro soci della «Bd Group srl» (tutti già sentiti in caserma) senza escludere ovviamente la pista del racket, di qualcuno insomma che non avrebbe gradito la presenza di quel locale che Bruno Polti, da poco eletto sindaco a Oliveto Lario, non esita a definire «un bar con una bellissima vista a lago, con la possibilità di attracco per natanti».

Il sindaco si dice «incredulo per quanto accaduto a persone che già avevano in gestione dalla passata amministrazione il centro sportivo comunale e che non mi risulta avessero avuto problemi». Eppure a qualche centinaio di metri in linea d’aria, a Parè di Valmadrera, sulla stessa direttrice che da Lecco conduce a Bellagio, qualche anno fa un altro «Pareo Beach» era stato incendiato per ben due volte. Sembra che in quella società fosse presente anche uno degli attuali quattro soci del locale di Oliveto. Solo una coincidenza? Secondo il comando provinciale la risposta è affermativa «perché quegli episodi risalgono a qualche anno fa e lo scorso anno questa stessa società non ha avuto alcun problema».

andrea.morleo@ilgiorno.net