Lecco, 1 giugno 2013 - Ha lavorato per sedici ore consecutive, dalle 8.30 di mattina alle 2.30 di notte, fermandosi giusto il tempo per un pranzo e una cena veloci e qualche caffè per tenersi sveglia. Quindi è tornata a casa, ha dormito un pochino e alle 8.30 si è ripresentata regolarmente in servizio con la prospettiva di dover tirare ancora sino a tardi, ma nel pomeriggio non ha più retto ai ritmi impressionanti ed è crollata. In parte per la stanchezza, in parte per lo stress e in parte per la rabbia che nessuno intervenisse, è scoppiata in lacrime, in preda ad una sorta di crisi d'ansia isterica, con spasmi e convulsioni.

La stakanovista è una dipendente dell'Azienda ospedaliera lecchese, L.V. di 51 anni di Merate, che opera nel settore amministrativo. Si è sentita male mentre stava svolgendo il suo incarico al San Leopoldo Mandic di Merate. Sono stati mobilitati medici e infermieri del Pronto soccorso della clinica brianzola. Dopo un periodo di osservazione è stata dimessa con una prognosi di dieci giorni. Il caso al momento è stato classificato come "infortunio sul luogo di impiego", ma la faccenda è tutt'altro che chiusa, perchè i delegati sindacali vogliono vederci chiaro e andare in fondo alla questione. Parrebbe infatti che la donna sia stata in qualche modo spinta dai suoi dirigenti ad effettuare turni massacranti e non sarebbe stata nemmeno la prima volta. E in ogni caso qualcuno probabilmente avrebbe dovuto fermarla prima di giungere a tanto. A riferire l'incredibile episodio è Giuseppe Perna, rappresentante dell'Usb per il comparto sanitario, il quale ha interpellato anche tutti gli altri della Rsu interna. L'esponente dell'organizzazione indipendente, oltre a puntare il dito contro i vertici del nosocomio, se la prende anche con i colleghi che ricoprono la sua stessa funzione e parla di «un clima di terrore dettato dal fatto che i sindacati non fanno mai nulla». «La dipendente martedì ha preso servizio alle 8.30 all'Alessandro Manzoni di Lecco per effettuare l'inventario e ha terminato solo alle 2.30 di mercoledì - racconta -. La mattina dello stesso giorno, dopo solo sei ore di riposo, ha ricominciato alle 8.30 al presidio di Merate. Nel pomeriggio si è sentita male». «Ma chi ha autorizzato una tale turnazione, perchè, con quale autorità?», si domanda il sindacalista. «Effettivamente l'episodio ci risulta - confermano i vertici di via dell'Eremo a Lecco -. Può succedere che in prossimità di scadenze impellenti, che nel caso era la consegna del bilancio consuntivo del 2012, si chiede un impegno extra adeguatamente remunerato ai dipendenti e ai collaboratori, che però non sono assolutamente vincolati nè obbligati e possono sia rifiutarsi sia scegliere i tempi. Nessuno quindi le ha imposto né ordinato nulla». «Mi hanno riferito che si vedeva a occhio che era in fase di avanzato stress, nonostante ciò non è stata cautelata - replica tuttavia Penrna -. Questo orrore, perchè è stato un orrore, non deve assolutamente passare inosservato, se esistono dei responsabili questi devono pagare».

di Daniele De Salvo