Lecco, 28 maggio 2013 - Aveva ucciso un uomo. E, per gli esperti, era ancora pericoloso. Per questo un cervo è stato abbattuto. «Non stiamo parlando di Bambi, stiamo parlando di un animale pericoloso che aveva già ucciso. C’era un pericolo concreto acclarato da più esperti»: è perentoria Raffaella Forni, comandante della Polizia provinciale, nel cercare di chiudere le polemiche sull’abbattimento dell’animale che aveva ucciso un pensionato 59enne di Valgreghentino nell’ottobre 2010 in un bosco. L’animale era fuggito da un allevamento e, incrociando il pensionato nel bosco, lo aveva incornato provocandone la morte. Ma è polemica.

Critico il presidente di Legambiente Lecco, Pierfranco Mastalli: «La prima impressione è quella di una esecuzione, un po’ come hanno fatto gli svizzeri con l’orso. Chiaramente poi ci sono i pareri dei tecnici, e questo è un po’ triste. Purtroppo la caccia è peggi. Qui almeno c’è stata una valutazione, anche se qualche perplessità rimane». Catturato e identificato come responsabile di quella morte attraverso il Dna, il cervo era stato «detenuto» in vari parchi fino a pochi giorni fa quando è stato abbattuto su autorizzazione della Procura della Repubblica di Lecco, che ha recepito le richieste della comandante della polizia, che era custode giudiziaria dell’ungulato.

L’abbattimento di Amilcare, così lo chiamavano, sta suscitando il dibattito. «Le ragioni che hanno portato all’abbattimento del cervo – spiega Raffaella Forni – sono diverse e credo tutte valide. Era un animale pericoloso. Lo aveva dimostrato uccidendo l’uomo di Valgreghentino. In questi anni sia io sia il personale della Provincia abbiamo potuto verificare una serie di comportamenti anomali e aggressivi. Anche nel parco in cui si trovava tentava di caricare le persone che si avvicinavano alla rete. Aveva un palco di corna molto esteso. La scelta dell’abbattimento non è stata fatta a cuor leggero».

Secondo il comandante Forni l’animale rappresentava una minaccia: «Era cresciuto in cattività, non era in grado di distinguere le differenze tra uomo e cervo, per cui quando qualcuno si trovava vicino a lui nella stagione degli amori lo caricava. In questi anni il comportamento non è mai cambiato». Inoltre era un animale d’allevamento, non era un capo selvatico. E, in considerazione della sua pericolosità, l’amministrazione comunale di Margno aveva chiesto di portarlo via dal parco che a breve dovrà tornare ad accogliere la gente.

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