Lecco, 16 maggio 2013 - Non aveva avuto scampo. Il pesante tornio (oltre 500 chili) era oscillato, poi caduto schiacciandogli il cranio. Era morto così Massimiliano Pelli, 45 anni, residente a Monza e co-titolare dell’azienda di trasporti di famiglia. Era stato proprio lui ad incaricarsi quel giorno di ritirare il tornio dalla «Meccanica Muttoni snc» di Abbadia Lariana e consegnarlo ad un’altra azienda di Monza, la «MRC Macchine Utensili». Quellla mattina del 3 luglio dello scorso anno un banalissimo incidente - la rottura del martinetto utilizzato per sollevare il tornio e issarlo sul camion per il trasporto - trasformò un’operazione di normale routine in una tragedia.

Una tragedia per la quale la Procura aveva rinviato a giudizio sei persone. Tra questi figurano i quattro rappresentanti legali - Flavio, Roberto e Maurizio Muttoni, e Antonietta Gennari - dell’azienda meccanica di Abbadia. Proprio il giorno della tragedia lo stesso Maurizio Muttoni, sconvolto per l’accaduto, aveva raccontato di «una terribile disgrazia avvenuta durante un’operazione che si fa milioni di volte». Nella lista degli indagati la Procura ha inserito anche il nome di Marco Marconcini, titolare e rappresentante legale della «MRC Macchine Utensili».

Ma anche il fratello della vittima, quello Stefano Pelli legale rappresentante della «Fratelli Pelli Autotrasporti snc» di Monza che ora si trova a dover rispondere della sua morte. L’accusa per tutti e sei gli imputati è quella di omicidio colposo in concorso. Secondo la Procura di Lecco (fascicolo nella mani del sostituto procuratore Cinzia Citterio) tutti avrebbero, a vario titolo, tenuto un comportamento omissivo durante le delicate operazioni di movimentazione e carico del pesante tornio.

«Spesso manca l’organizzazione del lavoro – avevano spiegato i tecnici dell’Asl intervenuti nel piazzale della «Meccanica Muttoni snc» per i rilievi subito dopo la tragedia - quando si eseguono procedure che esulano dalla normale produzione». «Gli incidenti durante le normali attività sono in forte diminuzione - avevano confermato gli uomini del Dipartimento Lavoro dell’Asl - mentre quelli legati a spostamenti di macchinari o altri interventi sono in crescita».

Il giudice dell’udienza preliminare ha accolto la costituzione di parte civile dell’avvocato Stefano Pelizzari, che tutela gli interessi della moglie della vittima. Il Gup ha quindi rinviato all’udienza del 9 ottobre prossimo in attesa che venga perfezionato il risarcimento. In quell’udienza verrà anche emessa la sentenza nei confronti dei sei imputati, i cui legali hanno già annunciato di voler patteggiare.

di Andrea Morleo