Imbersago, 13 maggio 2013 - Da Sotto il Monte a Imbersago, fino al santuario della Madonna del bosco, nel segno e sulle tracce di Papa Giovanni XXIII,° attraverso un sentiero recuperato che era lo stesso che percorreva da piccolo il giovane Angelo Roncalli, insieme alla mamma e ai fratellini.

Il percorso è stato inaugurato nei giorni scorsi da una dozzina di pellegrini, in occasione del cinquantesimo anniversario della morte del pontefice bergamasco e del mese dedicato a Maria. I fedeli sono partiti dalla Casa del pellegrino, in quella che è stata la casa natale di Papa Giovanni.

Poi hanno proseguito sul tracciato che oggi non si snoda più tra campi e boschi, ma su strade urbanizzate per ritrovare gli ambienti dell’epoca solo con l’approdo lungo il fiume, dove ad attendere il gruppo si è presentato don Diego Arfani, rettore del santuario, insieme ad altri fedeli che hanno voluto partecipare ad un cammino tra religione, natura e storia.

Fra loro anche l’assessore alla Cultura e Ambiente di Imbersago Giovanna Riva che ha spiegato ai quanto è stato realizzato per il recupero del “Sentiero di Papa Giovanni” e annunciato che sta prendendo forma un progetto per la realizzazione di sculture in collaborazione con gli allievi e i maestri dell’Accademia di Brera per abbellire il tragitto.

Sul sagrato della chieda della Madonna del bosco, alla presenza del sindaco Giovanni Ghislandi, è stata letta una missiva che Papa Giovanni scrisse nel 1960 all’arcivescovo di Milano, Giovanni Battista Montini, suo successore al soglio di Pietro, in occasione del suo dono di una preziosa collana d’oro con croce di pietre, ricevuta in occasione della visita del presidente argentino Arturo Frondizi.

“Tutti i santuari di Maria mi sono cari – scrisse nell’occasione il pontefice -; tanti ne visitai, quello di Lourdes ben dieci volte, ed altri senza numero, in Oriente ed in Occidente. Ma ricordo con particolare affetto il Santuario della Madonna del bosco, perché fu il sorriso della mia infanzia, la custodia e l’incoraggiamento della mia vocazione sacerdotale“.

“Sempre ivi pellegrinai con sensi di viva e non attenuata tenerezza durante gli anni del mio lungo servizio di Nostro Signore, della sua Chiesa e delle anime…”, prosegue lo scritto. A testimonianza dell’attaccamento di Giovanni XXIII al luogo, in cima alla scalinata santa del santuario sorge una sua grande statua che accoglie i pellegrini.