Lecco, 9 maggio 2012 - Hanno sostenuto in aula la tesi sulla quale sin dall’inizio del processo il loro difensore, l’avvocato Marcello Perillo del Foro di Lecco, ha sempre insistito. Ovvero di essersi talvolta scambiati i rispettivi pazienti ma solo perché il loro è da sempre uno studio associato. Nel processo a Maurizio (medico di base generico) e Marziano (dentista specialista in odontostomatologia) Tedeschi, i due medici gemelli dell’Asl di Lecco, accusati di truffa al Servizio sanitario nazionale, quella di ieri è stata l’udienza nella quale hanno deposto proprio i due imputati.

Due atteggiamenti antitetici sul piano dell’esposizione - Maurizio è risultato combattivo, irritato e polemico al limite dell’irriverenza mentre il fratello gemello Marziano, al contrario, è apparso pacato, riflessivo e razionale - ma identici nella sostanza. Come ha ricordato Maurizio (il primo a deporre) rispondendo ad una domanda diretta del giudice Gianmarco De Vincenzi che, insieme allo stesso difensore, ha avuto il suo bel da fare a controllarne l’esuberanza. «Sì, a volte mi è capitato di visitare i pazienti di mio fratello. Lo ripeto la nostra era un’associazione di medici e in questo modo volevamo garantire che ci fosse almeno uno di noi due nello studio di via Petrarca 7».

Un modo di operare a cui il giudice ha dato subito un significato giuridico parlando di «fungibilità operativa». Nella sua deposizione Marziano Tedeschi ha poi aggiunto che «in questo modo potevamo garantire ai nostri pazienti un servizio migliore e una maggiore copertura rispetto agli orari dell’Asl». Poi si è arrivati al punto della prima segnalazione (2007) di anomalie da parte di un paziente, che portò alla prima inchiesta da parte dell’Asl «ma comunque da allora non è cambiato proprio niente: abbiamo solo evitato di sovrapporci negli orari».

L’Asl riceve un’altra lamentela, questa volta con una lettera firmata nel 2011 ma il caso dei due medici esplode con il servizio di Striscia la Notizia andato in onda nel gennaio dello scorso anno. A quel punto scatta la doppia indagine - dei Nas e quella interna dell’Asl - e quindi la sospensione della convenzione con la stessa Asl che Marziano Tedeschi ha definito «infame» mentre l’ex segretaria - Ilaria Monti, che è tra i loro accusatori ed era presente in aula ad assistere alle deposizioni - è stata definita dal medico «schizofrenica», cosa che ha fatto scattare le veementi proteste dell’interessata con il giudice De Vincenzi costretto a riportare la calma. Poi è toccato a Marziano, che ha confermato tutto quanto. Il processo è stato aggiornato al 3 luglio quando è attesa la sentenza.
 

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