di Andrea Morleo

Lecco, 8 maggio 2012 - Sarà processato per omicidio colposo. Così ha deciso il Gup di Lecco, Massimo Mercaldo, che al termine dell’udienza di ieri mattina ha rinviato a giudizio Davide Vassena: prima udienza già fissata per il 7 ottobre prossimo. L’imputato, oggi ventitreenne, è accusato della morte di Matteo La Nasa di Burago di Molgora.

Era la sera del 18 luglio 2010 quando Davide Vassena perse il controllo della sua auto, una Peugeot 207, mentre scendeva dal piazzale della funivia di Versasio. Il mezzo uscì di strada proprio sul tornante che sovrasta il bar-ristorante Caminetto e dopo una decina di metri di volo, travolse Matteo La Nasa che lì si trovava per festeggiare insieme alla fidanzata e la madre di lei. Matteo rimase in coma vegetativo per un anno e mezzo su una sedia a rotelle. Poi il 21 novembre 2011 esalò l’ultimo respiro proprio nell’ospedale di Lecco. Aveva vent’anni. Nell’udienza il difensore dell’imputato (l’avvocato Stefano Pelizzari) ha avanzato la richiesta di un patteggiamento a un anno e sei mesi con sospensione della pena. Un’ipotesi respinta dall’accusa, il sostituto procuratore Rosa Valotta , che ha definito «la pena non congrua rispetto al comportamento processuale tenuto sin qui dall’imputato e soprattutto dai gravi danni provocati».

Il giudice, sebbene le parti lese siano già state risarcite, ha ritenuto così di rinviare a giudizio Davide Vassena. La decisione del Gup Massimo Mercaldo è stata accolta in modo molto favorevole da parte del legale che tutela gli interessi dei familiari (presenti la madre e una delle sorelle) di Matteo La Nasa. «Il rifiuto del patteggiamento - ha spiegato l’avvocato Matteo Fumagalli - è la dimostrazione di una nuova valutazione dell’evento, che ricordiamoci inizialmente era finito per competenza dal giudice di pace. Questo la dice lunga sul fatto che nel nostro ordinamento ci siamo molti buoni principi ma poi forse manca un coordinamento generale delle norme».

«All'imputato è stata anche contestata la colpa cosciente - ha aggiunto il legale -. Ovvero il fatto che se mi metto al volante e guido veloce, devo pensare che possa succedere qualcosa di pericoloso». Da parte sua, il difensore dell’imputato ha fatto sapere che comunque avanzerà una nuova richiesta di patteggiamento riformulata in base alle motivazioni addotte dall’accusa in occasione del respingimento.

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