di Fabio Landrini

Civate, 30 aprile 2013 - Undicimila firme per salvaguardare il Cornizzolo dopo la lunga battaglia contro l’apertura di nuove cave sulla montagna. Da un paio di giorni la scritta è apparsa lungo la SS 36 a Civate per testimoniare il risultato raggiunto in poco più di un anno e mezzo di mobilitazione. «Abbiamo iniziato a raccogliere firme per salvaguardare il monte verso ottobre 2011 – spiega Giuseppe Stefanoni, presidente del comitato per il coordinamento Cornizzolo –: abbiamo allestito vari presidi e in quelle occasioni siamo riusciti nell’intento di sensibilizzare le persone. Il nostro obiettivo iniziale era quello di arrivare a cinquemila firme, ma poi, in breve tempo, abbiamo superato anche quota diecimila».

Ora, il documento che raccoglie tutte le firme dei cittadini che non vogliono che non si scavi più sul Cornizzolo verrà consegnato all’Amministrazione provinciale e successivamente a quella regionale. «Stiamo valutando quando presentarle – continua Stefanoni –, probabilmente quando ci sarà l’ultimo Consiglio provinciale che parlerà del piano cave, oppure quando verrà presentata la Vas-Valutazione ambientale straordinaria, che tiene conto di tutte le valutazioni e mostra il piano definitivo». Il monte a cavallo tra le province di Como e Lecco ora è salvo dalle ruspe, ma il presidente del comitato invita a proseguire con «la massima attenzione» per tutelare l’ambiente.

«Il Cornizzolo può essere ancora appetibile alle aziende, anche se il settore è in crisi – spiega Stefanoni – non dobbiamo abbassare la guardia». Per cercare di proteggere ancora di più la montagna, il comitato per il coordinamento del Cornizzolo – che riunisce una cinquantina di associazioni del territorio che in questi anni si sono mobilitati per la salvaguardia del monte – proverà ad avere alcuni vincoli in più.

«Le probabilità, soprattutto dalla parte lecchese, sono molto alte – dichiara il portavoce del comitato –: ci sono diverse zone da proteggere, tra cui la basilica di San Pietro al monte e i dintorni, ma anche la fauna, il sasso Malascarpa e altro ancora». In ogni caso, sembra molto difficile che il Cornizzolo venga ancora invaso dalle ruspe. «Sembra molto difficile che ormai possa cambiare il piano cave in provincia – afferma Stefanoni –, se non quasi impossibile. Lo stesso vale per la regione. Noi comunque teniamo sempre altissima l’attenzione perché nel piano c’è un aumento di escavazioni, anche se il settore è in crisi e non toccano il Cornizzolo».

Per difendere il monte continueranno le tradizionali iniziative che da anni vengono organizzate nei comuni limitrofi. Il 12 maggio ci sarà la seconda edizione del Cornizzolo vertical, una gara di 1000 metri di dislivello con partenza dal paese di Suello e arrivo alla cima del monte, a quota 1.241 metri sul livello del mare. La competizione è organizzata dalla Pelle e Oss di Monza e da Affari&sport.  A settembre invece torna il Cornizzolo day, evento che da una decina di anni raduna migliaia di appassionati sulla cima della montagna a cavallo tra le due province lariane.