Lecco, 27 aprile 2013 - È un dramma nel dramma. Mentre il Dome des Ecrins ha restituito i corpi di Luca Gaggianese, 39 anni, istruttore nazionale di alpinismo alla scuola “Silvio Saglio” della Sem di Milano e di Damiano Barabino, 32enne cardiologo di Genova, di Francesco Cantù, il primario di cardio chirurgia dell’ospedale Manzoni di Lecco, non c’è ancora nessuna traccia. Il medico era scomparso insieme ai suoi compagni di cordata sulla montagna delle Alpi francesi fra il 25 e il 26 novembre 2012, inghiottito da una tremenda tormenta in quota durata per giorni. Dopo aver scalato la cima di 4.102 metri lungo l’impegnativa goulotte Gabarrou-Marsigny i tre erano stati sopresi dalla bufera. Avevano mantenuto un contatto telefonico con i parenti, sostenendo di essere in difficoltà, ma comunque a poche ore dalla fine della discesa. Poi il silenzio.

Due alpinisti nei giorni scorsi si sono imbattuti nei corpi dei due scalatori ancora legati alla parete sul versante Nord Ovest della montagna. Le ricerche invece si erano sempre concentrate sul versante meridionale della cima francese dove si pensava che i tre avessero intrapreso la loro difficile ritirata. Gaggianese e Barabino sono morti per assideramento e non per una valanga come si era ipotizzato. Per ore e forse per giorni hanno lottato nella tormenta nel disperato tentativo di riuscire a scendere di quota. Si sono arresi lì al gelo, nel luogo in cui sono stati ritrovati dai due scalatori, a 3.500 metri. I soccorritori francesi hanno impiegato ore per recuperare le due salme e per effettuare le ricerche del terzo componente della cordata. Hanno cercato nella goulotte dove sono stati scoperti i corpi, ma senza successo. Francesco Cantù potrebbe essere morto di sfinimento sulla linea di cresta e poi precipitato a valle.