Lecco, 24 aprile 2013 - Tutti a giudizio per la morte di Manuela Tatiana Zecchina, la 46enne di Renate rimasta schiacciata in un macchinario negli stabilimenti del «Salumificio Fratelli Beretta» di via Garibaldi, a Barzanò. Lo ha deciso ieri mattina il giudice Massimo Mercaldo al termine dell’udienza preliminare nel fascicolo che vedeva i cinque indagati (ora imputati) di omicidio colposo per i fatti accaduti la sera del 28 aprile 2011.

Tra loro anche Alberto Beretta, nipote di Vittore (fondatore dell’azienda) in qualità di amministratore delegato e Diego Rottoli, responsabile del servizio prevenzione al «Salumificio Fratelli Beretta»; Giulia Sala, titolare dell’azienda di pulizia (la «CGP Pulizia» srl) per cui lavorava la vittima e Giovanni Bellani, responsabile della sicurezza. L’ultimo dei cinque soggetti che secondo l’accusa (fascicolo affidato al sostituto procuratore Cinza Citterio) sarebbero colpevoli della morte di Manuela Tatiana Zecchina risulta essere Stefano Iozzelli di Pistoia, titolare e rappresentante dell’azienda che realizzò il macchinario nel quale la donna rimase schiacciata.

Durante l’udienza il pm Citterio ha chiesto un supplemento di indagini per capire alcuni dettagli tecnici sulla dinamica dell’incidente. L’accusa ha ottenuto dal giudice dell’udienza preliminare il benestare e pertanto affiderà l’incarico a un perito incaricato di stabilire il funzionamento del macchinario - un’impastratrice per realizzare gli insaccati, posta sotto sequestro subito dopo l’incidente mortale - e se nel caso abbia subìto eventuali modifiche dopo la sua costruzione.

Il giudice ha fissato in novanta giorni il termine entro cui debba essere consegnata la relazione tecnica del perito. Proprio in base alle risultanze i difensori dei cinque imputati decideranno la strategia da tenere per i propri assistiti in vista dell’udienza già fissata per l’8 ottobre prossimo. Le parti civili, i parenti della donna, sono già stati risarciti come hanno fatto sapere i legali degli imputati al termine dell’udienza. L’incidente mortale era avvenuto la sera del 28 aprile 2011 quando era terminato l’ultimo turno di lavoro.

Negli stabilimenti di via Garibaldi, a Barzanò, erano iniziate le fasi di pulizia dei macchinari che compongono la complessa filiera aziendale. Manuela Tatiana Zecchina stava ripulendo un’impastatrice per miscelare i trinciati e vi rimase incastrata senza più scampo. L’allarme era scattato intorno alle 21. Sul posto erano accorsi l’équipe medica del 118 di stanza al San Leopoldo Mandic, i volontari della Croce Rossa Italiana di Casatenovo e due squadre di vigili del fuoc di Merate ed Erba. La donna venne liberata ma ormai non c’era più nulla da fare.

andrea.morleo@ilgiorno.net