Pescate, 13 aprile 2013 - Per pensionati e anziani giocare a bocce diventa un problema. Questa passione è ora diventato uno sport, come le altre discipline. Per giocare agonisticanente a bocce è quindi obbligatorio avere il certificato medico che attesti la buona salute rilasciato dal medico di base con tanto di costo al professionista. A ribadirlo l’altra sera al comitato provinciale Fib di Pescate il neo-presidente del comitato regionale della federazione Alessandro Bianchi. 

Il presidente accompagnato dal consigliere nazionale Bruno Casalini ha incontrato i presidenti delle 19 boccioile iscritte alla Fib. Non solo l’aspetto medico complica l’organizzazione da parte delle società ma anche quello legato alla gestione della fiscalità.


Per tutte le società importante è l’iscrizione al Coni. «Questo facilita - ha aggiunto il presidente Bianchi - anche la contabilità nelle entrate e uscite». Due particolarità, come il certificato medico e l’iscrizione al registro Coni, che nei presidenti delle società stanno provocando malumori. «Per quanto riuarda il primo aspetto quello medico - ha commentato Alfio Carminati presidente della Boccioila Mandellese - io ho giocatori dai 60 agli 80 anni.

Questo vuol dire che li perderò considerato anche che una pastiglietta molti la devono prendere per la salute. Le bocce devono rimanere un gioco sociale». Sempre il presidente Bianchi: «Insomma ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Il certificato medico serve e quindi invito tutte le società a non tesserare d’ora in avanti giocatori sprovvisti del documento che è richiesto e che va prodotto». 

Nella provincia di Lecco tre bocciofile hanno già chiuso la loro attività ricreativa: si tratta della Libertà di Galbiate, l’Ettore Rova di Lecco e la Bellanese di Bellano. «Tutte società che hanno avuto problemi di gestione e quindi hanno deciso di concludere la loro attività lasciando liberi i giocatori - conclude Pino Limonta presidente del comitato provinciale di Lecco - ciò dimostra che questo nostro sport sta vivendo un momento difficile proprio in questo periodo. Abbiamo perso anche cento giocatori che non si sono più tesserati alla nostra Federazione in questi mesi, un dato assolutamente allarmante».