Merate, 5 aprile 2013 - Assenteismo in cattedra in provincia di Lecco. Un professore dell’Istituto superiore Francesco Viganò di Merate ha marcato visita otto volte su dieci, e una supplente dell’Iiss Alessandro Greppi di Monticello Brianza - appena nominata - ha spedito un certificato medico che attestava l’impossibilità di lavorare per trenta giorni.


Nel primo caso a non presentarsi in classe è stato un docente precario siciliano di 30 anni, incaricato di insegnare per cinque ore settimanali. Concentrate tutte al mercoledì, con l’obiettivo di fornire agli studenti assistenza durante le lezioni di meccanica. L’impegno gli ha fruttato complessivamente poco più di un migliaio di euro, soldi neppure suffienti per coprire le spese di viaggio. Viaggio che comunque ha affrontato di rado, solo in un paio di occasioni contate, perché è rimasto pressochè sempre a casa sua in Sicilia per una indisposizione fisica.

Il preside, Lorenzo Pelamatti, alla fine è riuscito a rimpiazzarlo con un collega, sebbene l’insegnante gli abbia sguinzagliato contro i rappresentanti sindacali e abbia minacciato querela, sostenendo che si sia trattato di fatto di un licenziamento immotivato, dato che i medici incaricati delle verifiche hanno confermato in tutte le circostanze la sua impossibilità a lavorare.


Nel secondo caso ad ammalarsi è stata una sostituta addetta al laboratorio di informatica, anche lei siciliana e anche lei sulla trentina, reclutata poco prima di Pasqua. Terminate le ferie, ha inoltrato in segreteria un attestato medico valido per un mese di assenza. Tornerà in classe solo a maggio. Il Provveditore lecchese Giuseppe Petralia non l’ha presa affatto bene. «È naturale che sorgano dubbi - ammette il numero uno dell’istruzione provinciale -. Il problema è che chi deve occuparsi delle visite fiscali conferma sempre le diagnosi dei medici che hanno rilasciato i certificati».

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