Verderio Superiore, 30 marzo 2013 - Gli davano la caccia da quella maledetta notte del 6 settembre 2010, quando, insieme ad altri tre complici, ha massacrato di botte Luigi Moretto, Gigi come lo chiamano tutti, un imprenditore di 57 anni di Verderio Superiore. Se l’artigiano, che gestisce una gelateria a Seregno, non avesse cercato di bloccarlo. oltre a svuotargli la cassaforte e pestarlo a sangue, gli avrebbe forse anche stuprato davanti agli occhi la moglie e la figlia adolescente, che fortunatamente grazie a lui sono riuscite a nascondersi in uno sgabuzzino.

L'altro ieri la latitanza di Dumitru Dan Guta, 27 anni della Romania, con una lunga fedina penale, è terminata. Lo hanno arrestato gli agenti della Mobile di Pavia durante una retata in un casolare abbandonato di Badia Pavese, piccolo centro di 400 anime della bassa padana. I poliziotti sono arrivati a lui seguendo le tracce di una banda specializzata che ha messo a segno parecchi furti, l’ultimo in un magazzino di stoccaggio di Milano da dove sono spariti capi di abbigliamento e biancheria intima. Durante il blitz è stata recuperata anche una partita di rame rubato dal valore di 10mila euro ed è stato catturato anche un altro connazionale, Costel Mavrichie di due anni più grande. Ma gli investigatori si sono concentrati soprattutto sul 27enne, perché dagli accertamenti è emerso che su di lui pendevano addirittura tre ordini di carcerazione, uno dei quali proprio per l’assalto nella villa brianzola, un’abitazione in mezzo ai campi che si estendono tra strada dei Roncà e via Cascina San Gaetano, sul confine con Paderno d’Adda. "È stata proprio una bella sorpresa di Pasqua - commenta incredula la consorte della vittima del pestaggio e della rapina -. Adesso siamo più tranquilli". Certo, il terrore di quei momenti interminabili nessuno potrà cancellarli, ogni volta che scorgono un’ombra sospetta o sentono un rumore non abituale in giardino, il ricordo riemerge come un incubo.

Almeno avranno la soddisfazione di vedere in faccia, nella gabbia riservata agli imputati, chi li ha catapultati in una scena degna di Arancia meccanica tanta è stata la violenza che hanno dovuto affrontare. Avranno l’occasione già a metà aprile, in un’aula del tribuale di Lecco, dove nei mesi scorsi è cominciato il processo in contumacia contro il romeno. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Merate lo avevano infatti identificato tempo fa, grazie alle impronte digitali e alle tracce biologiche che si era lasciato alle spalle dalle quali è stato estratto il dna. I militari tuttavia non erano ancora riusciti a scovarlo per poterlo trascinare davanti al giudice. Tutto ciò però solo fino all’altro giorno, perché adesso il presunto criminale è dietro le sbarre.