Lecco, 19 marzo 2013 – Per molti è una tradizione, per gli attivisti dell'Enpa di Lecco invece il banchetto pasquale a base di capretti e agnelli è una vera e propria “mattanza silenziosa” che puntualmente si consuma ogni anno.

“Il consumatore non ha la percezione di quanto sta dietro alla confezione di bracioline o di costolette che si appresta a comperare per festeggiare la Pasqua – denunciano i volontari dell'Enta nazionale per la protezione aninali provinciale -. Ignora, o finge di ignorare, che milioni di cuccioli vengono strappati alle loro madri e poi uccisi, non prima di aver passato ore e ore stipati nei camion, sottoposti a viaggi estenuanti, ammassati gli uni agli altri, senza la possibilità di bere o mangiare, sempre in piedi. Se un animale cade, difficilmente riesce a rialzarsi, venendo così calpestato e subendo dolorose fratture”.

E alla fine la macellazione: i più “fortunati”,  vengono storditi, sebbene l'efficacia dipenda comunque dalla competenza, dal tempo a disposizione e dagli strumenti utilizzati, altri, quelli uccisi secondo il rito ebraico o islamico, muoiono lentamente, dissanguati.  Sono nel 2011 in Italia gli agnelli uccisi per le festività pasquali sono stati oltre 700mila.

“Diamo allora voce alla strage silenziosa, festeggiamo la Pasqua in modo diverso senza avere sulla coscienza il sacrificio di un animale innocente”, spiegano gli animalisti lecchesi, che l'hanno scorso, sotto Natale hanno già riscattato due agnelli, Cesarino e Libera, da un contandino di Missaglia, insieme ad un asinello, Ibrahimovic, destinati a finire sulle tavole di un pranzo parrocchiale. Ora i caprini si sono uniti al gregge dell'associazione "Il vecchio faggio" di Bellagio, mentre il ciuchino è stato adottato dal sindaco del paese.