Lecco, 16 marzo 2013 -«La crisi ha colpito prima di tutto i giovani». Luca Schionato, dell’Osservatorio provinciale del mercato del lavoro non usa mezzi termini per definire la situazione occupazionale nel Lecchese. Gli ultimi dati, quelli del 2011, parlano infatti di 7.100 giovani tra i 15 e i 24 anni che non studiano e non lavorano. Un numero allarmante, cresciuto in maniera esponenziale, visto che nel 2008 erano solo 2.350 i ragazzi che non avevano un’occupazione e non studiavano. Sempre secondo gli ultimi dati raccolti nel 2011 sono 2.450 i giovani in cerca di lavoro, mentre nel 2008 erano in 1.300.


«Un'altra categoria particolarmente colpita è quella degli immigrati – continua –. Gli stranieri in provincia sono in aumento, ma nel 2009 e 2010 è stato registrata una diminuzione degli occupati di origine extracomunitaria». Un altro dato cresciuto in maniera esponenziale è quello della cassa integrazione. «Nel 1993 a Lecco abbiamo avuto un picco nelle ore di cassa – ricorda Gianni Menicatti dell’Osservatorio –. Era l’anno della chiusura di aziende come Sae e Badoni, così nella nostra zona i lavoratori hanno usufruito di quattromila ore di cassa integrazione totali. Il 2009 è l’anno del record negativo, con quasi 20mila ore, mentre nel 2012 le ore totali sono state 15mila». È allarmante anche la crescita della disoccupazione. Sono 5.600 i posti di lavoro persi durante tutto il 2012, un anno che a Lecco sarà ricordato come il peggiore nell’ambito dell’occupazione. «Si può considerare parzialmente positivo invece l’effetto scoraggiamento – spiega Menicatti –. Negli ultimi quattro anni sono solamente 600 le persone che si sono chiamate fuori dal mondo del lavoro. La maggior parte di quelli che hanno perso il lavoro ne hanno trovato un altro o comunque lo stanno cercando». Il settore più in crisi è quello dell’industria, soprattutto nella città capoluogo, mentre resistono le aziende alimentari della Valsassina.

«Abbiamo attivato tre progetti per cercare di aiutare il campo metalmeccanico – analizza Wolfango Pirelli, segretario provinciale Cgil – questa è una crisi sconosciuta nel dopoguerra, ma il nostro territorio potrebbe compensare la scarsità di lavoro nel manifatturiero puntando sul terziario». L’assessore provinciale ai Servizi sociali Antonio Conrater invece auspica come «il nuovo Governo e la Regione risolvano i problemi in ambito occupazionale».