Malgrate, 15 marzo 2013 - Al civico 6 di via Sant’Antonino tutto è cambiato. La vecchia casa a ringhiera negli anni ha subìto un pesante lifting con la facciata rinfrescata di un giallo ocra. Una volta lì c’era una corte su cui si affacciavano i balconi a ballatoio in legno. Proprio in quella casa, nella parte alta di Malgrate, il 7 novembre 1941 fa nasceva Angelo Scola. Proprio lì, in quel cortile, quel bambinetto dai capelli rossi giocava e sfogava tutta la sua vivacità. A distanza di 72 anni in quell’appartamento dove papà Carlo (camionista di mestiere) e Regina Colombo (casalinga) crebbero i loro figli adesso ci abitano tre ragazzi egiziani. Sono le quattro di un pomeriggio ventoso e al campanello nessuno risponde. «Sono al lavoro», ci spiega Mohamed Gomaa, connazionale che vive con la famiglia sullo stesso pianerottolo.

 

Mohamed è appena rientrato con la figlia più grande, Maia, prelavata dalle vicine elementari del Gaggio. «Sai che in quella scuola aveva studiato quel signore che ha rischiato di diventare Papa», ci spiega la bimbetta, sei anni, treccine nere e due occhioni svegli. L’eco delle recentessime elezioni è sbarcato anche qui, in un angolo islamico della «cristianissima» Malgrate. Mohamed ci apre le porte di casa e mentre la moglie Marua prepara il té, ci racconta di aver seguito tutto alla televisione. «Non me ne intendo ma avrei pensato a una persona più giovane: il mondo cambia e c’è bisogno di parlare ai giovani. Anche per l’Islam è un problema».

Le due bimbe, Maia e la sorellina Janna di tre anni, gironzolano incuriosite. Mohamed e Marua sono in Italia da otto anni, lui con una laurea in agraria in tasca e lei di insegnante in chimica. «Non abbiamo mai trovato lavoro in Egitto». Mohamed lavora nella pizzeria Girasole, a cinquanta metri da casa «e ora nel nostro locale la crisi ora si fa sentire». «La religione? La religione per me non sono le parole ma i fatti: significa fare del bene, non rubare e cercare di essere una brava persona. Tutto qui. Non come i politici, che promettono ma non fanno cose concrete per fare il bene della gente».
 

andrea.morleo@ilgiorno.net