Bulciago, 11 marzo 2013 - Quando mancano pochi giorni alla sentenza che dovrà giudicare il terzo uomo della banda che ha rapito e ucciso Vittorio Arrigoni, attivista lecchese impegnato a Gaza, continua instancabile il viaggio della mamma. «Questo non è solo un modo per ricordare Vittorio – racconta la madre Egidia Beretta spiegando l’importanza di queste testimonianze – è soprattutto un modo proseguire il suo impegno e con questo aiutare le popolazioni di questa terra, la Palestina, perché parlare di Vittorio è parlare di Palestina ed è quello che lui voleva, ha fatto di tutto affinché le persone conoscessero quello che lui raccontava e questo è anche il senso del mio andare in giro a portare la sua storia. Sono stata a Bari sabato davanti a centinaia di giovani per portare la mia testimonianza e sono sempre incontri molto intensi».

La battaglia di Vittorio per far conoscere la realtà palestinese è stata molto importante e il suo impegno ha contribuito a cambiare alcune cose secondo la madre: «Come informazione sicuramente quello che ha fatto Vittorio è servito, lui con il suo blog è stato antesignano del nuovo modo di comunicare. Poi si moltiplicano iniziative di gruppi e persone che con contatti a Gaza e in Cisgiordania portano aiuto come la realizzazione di centri per disabili, cliniche e scuole. Credo che Vittorio abbia dato un contributo significativo a far si che l’attenzione, soprattutto dei giovani, si posasse su queste terre. Chi tocca con mano questa realtà torna cambiato, come era tornato cambiato Vittorio, perché non è più solo un racconto ma è toccare con mano qualcosa di cui si diventa testimoni».

L’impegno di Vittorio Arrigoni si interrompe il 13 aprile del 2011 quando il pacifista italiano viene sequestrato a Gaza da un commando terrorista che chiede, per la liberazione, il rilascio immediato dal carcere dello sceicco salafita Abu al Walid al Maqdisi. Il giorno successivo Vittorio viene ucciso.

Due settimane fa il tribunale militare di Gaza ha ridotto a 15 anni la pena per i due palestinesi condannati per il suo omicidio, due salafiti condannati in precedenza all’ergastolo. I giudici hanno accolto il loro ricorso, condannandoli solo per rapimento e non più per la partecipazione attiva alla uccisione del lecchese e la pena potrà essere ulteriormente ridotta di un terzo, per buona condotta.

Anche un terzo salafita coinvolto, e condannato a dieci anni di carcere, è ricorso in appello e il suo caso sarà esaminato la settimana prossima. La storia di Vittorio Arrigoni e soprattutto il suo impegno per la Palestina sono state protagonista ieri della trasmissione «Persone» sulla Rai.