Calolziocorte, 10 marzo 2013 - Quando le hanno annunciato che le tre "belve" che la notte del 21 febbraio l’hanno assalita nel proprio appartamento, picchiata a sangue e legata al letto, sono state prese, ha tirato un sospiro di sollievo. A comunicare la bella notizia ad Anna Maria Pia, la 62enne vedova di Calolziocorte, ultima vittima dei brutali assalti in paese, è stato direttamente il maresciallo Fabio Marra, comandante della stazione locale dei carabinieri. 

"E' finito un incubo, per me e per tutti - commenta l’operaia -. Ringrazio di cuore i militari di Calolzio e di Lecco che mi sono stati vicini e che hanno risolto il caso, hanno svolto un lavoro incredibile". Altro al momento l’operaia malmenata nella sua abitazione di via Cavour, un alloggio popolare, non vuole aggiungere. Non si è ripresa completamente dallo choc ed è affaticata. I segni del brutale pestaggio le bruciano ancora, ci vorranno almeno un’altra trentina di giorni perché le lesioni alle quattro costole che quei criminali le hanno fratturato si rimarginino completamente e dovrà sottoporsi a continui controlli oculistici per l’occhio che le hanno quasi fatto schizzare fuori dalle orbite. Più tempo sarà necessario per le cicatrici psicologiche, ammesso che possano mai rimarginarsi.

Ma almeno è stata dimessa dall’ospedale e adesso si trova a casa, non la sua però. Ha bisogno di assistenza e ha preferito trasferirsi dalla figlia, perché non se la sente di tornare subito in quel posto dove ha temuto veramente di morire di morire massacrata di botte. "Mia madre non ama molto ricordare quello che è successo - riferisce il figlio Emanuele Cruciani, 37enne di Caprino Bergamasco -. Sono molto felice che i colpevoli siano in cella, per lei innanzitutto, ma anche per tutti i cittadini, perché quelli erano dei cani sciolti che avrebbero potuto colpire ovunque e probabilmente sarebbero entrati in azione di nuovo se non fossero stati fermati subito. Si tratta di sprovveduti e per questo di gente imprevedibile e pericolosa, capace di tutto. Non riesco a capacitarmi di quello speravano di ottenere o pensavano di trovare...".

L’auspicio è che i giudici non vanifichino gli ottimi risultati conseguiti a tempo di record dagli investigatori e dagli inquirenti: "Devono pagare e pagare caro, scontare tutto ciò che hanno commesso; in teoria rischiano decenni di carcere ma so che si tratta di giovani incensurati e quindi avranno sconti di pena, ma vorrei che la condanna che infliggeranno loro sia veramente esemplare perché hanno rapinato, picchiato, derubato e sequestrato almeno quattro persone, compresa mia mamma".