di Paola Pioppi

Gravedona, 8 marzo 2013 - Un investimento di pedone, all’apparenza, ma in realtà un incidente con tanti aspetti ancora da chiarire. L’unica certezza è che poco dopo le 3.30 dell’altra notte, Kiril Robertovic Kondranin, diciannovenne di origine russa, residente a Dongo, è stato trovato agonizzante. Steso a terra, in condizioni gravissime, dalle quali non si è ripreso. Soccorso dal 118 e trasportato in ospedale a Gravedona, è morto poco dopo l’arrivo in Pronto Soccorso.

Ad investirlo sarebbe stata una Fiat Panda guidata da un uomo di 60 anni di Dongo, B.M. professione panettiere che stava raggiungendo il negozio per iniziare l’attività lavorativa. Sulla dinamica dell’incidente c’è grande riserbo da parte degli inquirenti che hanno effettuato i rilievi e incrociati i dati. Ma quello che è accaduto esattamente in via Martesana, verso la frazione Alborescia, è tutt’altro che chiaro.

La strada che attraversa la frazione sopra Gravedona non è illuminata e quasi tutta a corsia unica, resa ancora più buia dalla pioggia fitta, offriva le condizioni peggiori per riuscire a distinguere qualunque ostacolo improvviso. Eppure Kondranin era lì, a piedi, non si sa dove diretto e con quale provenienza. A terra. Perché fin da subito, l’impressione dell’automobilista, sentito dai militari giunti sul posto, è stata quella di aver urtato un ostacolo sdraiato per terra.

Gli esami preliminari svolti sul cadavere, anche grazie agli accertamenti dei carabinieri di Gravedona, hanno confermato questa ipotesi, che ora dovrà trovare conferme con l’autopsia, disposta dal magistrato di turno della Procura di Como, Simone Pizzotti. Un esame fondamentale, dal quale partire per svolgere gli ulteriori accertamenti sulla morte del diciannovenne. Dovrà essere il medico legale a stabilire, in prima battuta, la causa della morte, e anche la fascia oraria rispetto al ritrovamento. Inoltre la lettura dei traumi permetterà di capire se il ragazzo è stato urtato mentre stava camminando, oppure se solo schiacciato quando era già a terra. Permetterà di capire se aveva ferite precedenti.

Inoltre saranno svolti accertamenti tossicologici, per capire in quali condizioni psicofisiche fosse poco prima di essere urtato dall’auto. Informazioni che dovranno essere incrociate con i segni che gli inquirenti troveranno sull’auto, subito messa sotto sequestro, ma priva di segni evidenti.

Da questi primi accertamenti, dovrebbe già emergere una ricostruzione più dettagliata di quanto accaduto mercoledì notte. Kondranin è stato riconosciuto dalla madre, con cui viveva in Italia. Pare che non avesse un lavoro fisso, ma delle sue abitudini si sa poco. Che stesse camminando a piedi, in piena notte e con la pioggia, lungo la strada di una piccola frazione di Gravedona, non sarebbe risultato strano, ma al contrario in linea con le sue abitudini.

paola.pioppi@ilgiorno.net