Costa Masnaga, 7 marzo 2013 - La Rsi di Costa Masnaga va verso il baratro. La proprietà ha scoperto le carte durante il confronto che si è svolto ieri negli uffici della Provincia: non riaprirà i cancelli. Il futuro sembra essere tracciato e per gli operai la possibilità di un fallimento e che la proprietà lasci definitivamente gli uffici del paese lecchese, paradossalmente, potrebbe essere la soluzione meno traumatica.

Dopo due anni e mezzo fuori dai cancelli tensione e frustrazione dei dipendenti della Rsi di Costa Masnaga si percepivano immediatamente mentre ai piani alti degli uffici provinciali si decideva ancora una volta del loro futuro. Insieme all’amministratore delegato di Rsi Nicola Berti c’erano i sindacati, i portavoce dei lavoratori e Antonio Conrater, assessore al lavoro della provincia di Lecco. "Che se ne vadano una volta per tutte, almeno ci mettiamo il cuore in pace. Ci hanno presi in giro per anni", si sfogano sotto il portico sorvegliati da polizia e carabinieri. "Il 20 marzo il giudice dovrà dire se accetta oppure no il concordato presentato dall’azienda - spiega Diego Riva, segretario della Fiom Cgil di Lecco -. Nel concordato di solito si presenta un piano di rilancio, ma di questo non c’è traccia. Ci hanno detto che hanno fatto una verifica con i tecnici e l’unica possibilità di concordato è quello liquidatorio. Vuol dire che non ci sarà la riapertura della fabbrica. Noi ovviamente non siamo d’accordo e continueremo a lavorare con le istituzioni perché la fabbrica venga riaperta. Non so se il fallimento possa essere la soluzione meno traumatica ma se è una condizione per trovare un nuovo acquirente più facilmente...".

I lavoratori sono decisi più che mai. Non ne vogliono più sapere del Gruppo Barletta e dell’"Interporto". C’è rabbia, ma mai rassegnazione. "Speriamo che ci sia il fallimento. In ogni caso ci metteremo di traverso contro l’azienda perché dobbiamo difendere ancora una volta il nostro posto di lavoro. Aspettiamo il 20 marzo, quando si pronuncerà il giudice, ma ci sentiamo presi in giro per l’ennesima volta. L’alternativa oggi è che qualcuno possa aver voglia di investire qui. Il mercato c’è ed è ancora vivo", conclude Gianluca De Falco della Rsu.