Lecco, 6 marzo 2013 - Era caduta mentre veniva trasportata dal letto sulla sedia a rotelle per sottoporsi a una seduta di rieducazione. Anna Buzzi, 88 anni, era morta così tra le mura della Casa di riposo di Monticello Brianza dove l’anziana non autosufficiente era stata ricoverata da tempo. Era il novembre del 2010 e su quella morte la Procura di Lecco aveva aperto un fascicolo nel tentativo di accertare se si fosse trattato semplicemente di una tragica fatalità oppure se si dovessero ravvisare eventuali responsabilità del personale.
Nel registro degli indagati, in un primo momento, ci erano finite le infermiere che fisicamente quel giorno presero l’anziana donna dal suo letto per posizionarla sulla sedia a rotelle, sulla quale poi sarebbe stata trasportata nel locale per la rieducazione. Successivamente però dalla relazione dei tecnici dell’Asl, incaricati di valutare l’esatta dinamica dei fatti, emerse che in quelle manovre non era possibile ravvisare un comportamento omissivo. In soldoni, non c’era un legame causale tra il comportamento delle infermiere e la caduta dell’anziana, da cui poi derivò la morte. Quindi nessuna colpa. A quel punto l’indagine prese una piega diversa con la Procura che ha puntato il suo dito in direzione del direttore generale e il direttore sanitario della Casa di cura di Monticello.
Nell'udienza preliminare di ieri mattina, davanti al Gup Massimo Mercaldo, i due sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo. Difesi rispettivamente dall’avvocato Letizia Semeraro e dal collega Marcello Perillo (entrambi del Foro di Lecco), i due direttori hanno scelto la via del dibattimento. Nella stessa udienza i familiari e gli eredi dell’anziana scomparsa nel novembre 2010 si sono costituiti parte civile nel processo che si terrà in tribunale a Lecco. «Siamo sicuri sin da ora - ha spiegato l’avvocato Perillo - che durante il dibattimento riusciremo a dimostrare l’assoluta assenza di responsabilità per i nostri assistiti e che quella volta si trattò di una tragica fatalità».
di Andrea Morleo
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