Lecco, 19 febbraio 2013 - Un'altra storica azienda lecchese ha intrapreso una china pericolosa. È la Airoldi Costruzioni (Airoldi Paolo & C Spa) di Lecco, impresa che opera nel settore edile dal 1937, che nei giorni scorsi ha fatto richiesta di pre-concordato. I 46 dipendenti temono per il proprio futuro "perché c’è la possibilità che l’azienda venga messa in liquidazione", spiega Giuseppe Cantatore. Per questo "l’ammissione al concordato preventivo consentirebbe per lo meno di fare richiesta per aprire una procedura di cassa integrazione", ha spiegato segretario Fillea Cgil.

Il caso dell'Airoldi dimostra che la crisi continua a impreversare nel settore edile. "Le situazioni di crisi sono in continuo aumento e il settore dell’edilizia è in ginocchio - conferma ancora Cantatore -. La speranza è che il Governo che verrà ponga la dovuta attenzione alla crisi che stanno vivendo decine di famiglie". Intanto a Santa Maria Hoè tutti i lavoratori della Candy Bessel - 163 operai (di cui 77 donne ) e 13 impiegati - questa settimana saranno fermi. Nel corso di questo 2013 sono previste almeno 15 settimane di cassa integrazione ordinaria, a conferma di quanto questo anno si preannunci difficile un po’ come è stato il precedente."Durante l’ultimo incontro con la proprietà aziendale non sono stati annunciati esuberi, e l’azienda ha confermato il suo intento per affrontare la difficile situazione che sta caratterizzando l’intero settore a livello nazionale", ha spiegato Luigi Panzeri, delegato sindacale Fiom Cgil .

"Le difficoltà ci sono, ma c’è anche la massima attenzione da parte della proprietà per cercare di affrontarle nel migliore dei modi". "Parte dei lavoratori che erano a Santa Maria Hoè ora lavorano a Brugherio, parte sono rimasti nel sito brianzolo. Di questi alcuni lavorano a rotazione, con un contratto di solidarietà". La situazione per il nuovo anno si prospetta dunque simile a quella vissuta dai lavoratori nel 2012, in cui hanno alternato continuamente periodi di lavoro ad altri di "fermo". "Un altro impegno sottoscritto dall’azienda - ha aggiunto Panzeri - è quello di cercare di portare le produzioni “esterne”, cioè affidate ad altre realtà, all’interno dell’azienda". Un modo per salvaguardare l’occupazione.