Calco, 16 febbraio 2013 - C’erano proprio tutti: familiari, amici, conoscenti, sacerdote per l’ultima benedizione, chierichetti e naturalmente lui, il de cuius. Sembrava proprio quello che si suol dire «proprio un bel funerale». Ma all’ultimo momento ci si è accorti che in realtà qualcuno mancava: gli addetti alla sepoltura e con loro anche la fossa dove tumulare il feretro.

É successo nei giorni scorsi al cimitero di Calco, dove avrebbe dovuto essere sepolto un pensionato del paese, scomparso in seguito ad una malattia che lo ha stroncato mentre era ricoverato all’ospedale San Leopoldo Mandic di Merate. Il saluto estremo si era celebrato nella chiesa parrocchiale di San Vigilio. Al termine del rito religioso, quanti hanno assistito alla cerimonia di commiato hanno seguito come è ancora tradizione in Brianza la bara fino al vicino campo santo, snocciolando il rosario e le preghiere per affidare la sua anima al Signore.

Giunti a destinazione nessuno tuttavia è riuscito a trovare il posto esatto per la dimora estrema. Non c’era la fossa dove seppellire cassa e compianto, semplicemente perché nessuno vi aveva provveduto. Dopo un momento di smarrimento e comprensibile sconcerto per il timore di dover «abbandonare» il trapassato in qualche loculo provvisorio, anch’esso tuttavia da allestire, si sono però fatti vivi gli incaricati - i «suteramort» - i quali si sono subito messi all’opera per rimediare all’errore armati di pala ed escavatore, sotto gli occhi attoniti e sbigottiti dei presenti.

«Ho saputo qualcosa, ma il servizio di gestione del cimitero è affidato ai dipendenti di una società esterna, non fa capo direttamente all’Amministrazione e quindi noi non abbiamo responsabilità», ha commentato l’increscioso episodio il sindaco Gilberto Fumagalli. «Non possiamo dire nulla, spetta a quelli della società che gestisce il campo santo o del Comune spiegare quello che è successo», si limitano a dire i responsabili dell’agenzia di onoranze funebri Fratelli Colombo di Olgiate che si sono occupati del funerale.

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