Merate, 15 febbraio 2013 - Prima l'aumento delle rette mensili da 100 a 155 euro, adesso la batosta sui buoni pasto per la mensa, il cui costo è lievitato da 4 a 6,29 euro. Troppo per i diversamente abili e le loro famiglie, specie in tempi di crisi, quando chi si trova in difficoltà ha bisogno di essere sostenuto, non certo tartassato, come invece sta avvenendo a Merate e dintorni. Per questo i genitori dei disabili Centro diurno e de «Il Granaio» di Paderno si sono affidati all’avvocato Francesco Trebeschi di Brescia, uno dei migliori nel settore, per cancellare i rincari e eventualmente ottenere un risarcimento.

 

A guidare la vertenza è Costantino Scopel, fondatore proprio del Granaio, una struttura per portatori di handicap. «Innanzitutto vogliamo vederci chiaro e capire le ragioni delle scelte attuate - illustra -. Noi, che siamo quelli che pagano, non siamo mai stati interpellati, nessuno ci ha spiegato nulla». La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la decisione di innalzare il prezzo dei ticket per mangiare al Cdd, con un’impennata del 60%, varata dall’Amministrazione comunale di Palazzo Tettamanti per realizzare il nuovo centro unico di cottura.

 

«Lo hanno compreso tutti che l’appalto come proposto era una follia al di fuori di ogni logica di mercato; lo affermo con certezza perché io ho operato in quel settore: il centro serve un numero troppo limitato di persone, tanto che alla fine ha partecipato alla gara una sola società». La questione interessa anche i papà e le mamme degli alunni delle scuole dell’obbligo, anche loro “vittime” della stangata, i quali hanno raccolto oltre cinquecento firme di protesta indirizzate all’assessore all’Istruzione Emilio Zanmarchi.

 

Ma il caro-mensa è stato preceduto dall’introduzione di una tariffa di 50 euro per i piccoli utenti del Cse dei piccoli di Robbiate, che invece inizialmente era gratuito, e dalla maggiorazione del 50% di quella per le altre realtà di sostegno. I potenziali 700 euro che vengono riconosciuti come assegno di accompagnamento così non bastano più, dato che tra le spese figurano anche il trasporto, le visite specialistiche e altro ancora, spesso in un contesto dove uno dei due genitori non può lavorare perché deve occuparsi a tempo pieno delle necessità dei figli.

 

di Daniele De Salvo