Lecco, 14 febbraio 2013 - Nel conclave che nel marzo prossimo dovrà eleggere il nuovo Papa ci saranno anche due lecchesi, Angelo Scola di Malgrate e Gianfranco Ravasi di Osnago. L’arcivescovo di Milano è tra i nomi dei possibili successori di Benedetto XVI, il ministro dei beni Culturali del Vaticano è considerato un outsider. Nelle lande manzoniane il tifo però è già cominciato. "Abbiamo già sperimentato questa situazione per la recente elezione ad arcivescovo di Milano e prima ancora a Patriarca di Venezia - spiega Gianni Codega, sindaco di Malgrate -. Noi siamo pronti con il menù: visita alla casa natale di Scola, al Battistero dove sono sepolti i genitori, ai parenti e ai compagni di gioco".

Al civico 6 di via Sant’Antonio per la verità tutto è cambiato. La vecchia casa a ringhiera dove il 7 novembre di settantadue anni fa nacque Angelo Scola ha subìto un pesante lifting. Di parenti stretti non ce ne sono più: la cognata e le due nipoti Monica e Cristina, figlie del fratello Pietro (ex sindaco di malgrete deceduto in un incidente sulla Serenissima), vivono altrove. Eppure alla sua Malgrate, definita più volte "la Venezia del lago", Scola è attaccatissimo e Codega non nascode che qui si faccia il tifo per l’elezione. "L’orgoglio di malgrate è stuzzicato e la nostra cittadina ne avrebbe un indubbio vantaggio mediatico. Poi sarà la provvidenza a decidere".

Questioni di Curia, insomma, ma anche a Osnago si trepida. Per monsignor Gianfranco Ravasi. Insigne biblista, da cinque anni "ministro" dei beni Culturali del Vaticano, Ravasi è considerato un outsider. Nato a Osnago nel 1942, monsignor Ravasi frequenta le scuole a Merate. "Dopo l’asilo a Osnago, per le elementari Gianfranco venne accolto a Merate nelle case comunali di via S. Ambrogio, dove abitavano i parenti - ricorda l’ex sindaco Battista Albani, suo compagno di scuola -. Ogni mattina prima di raggiungere la scuola in piazza Degli Eroi andavamo a messa. Nel tragitto di ritorno verso Palazzo Tettamanti, io giocavo. Lui era tranquillo: studiare era la sua grande passione".

Seminario a Venegono Inferiore, Ravasi diventa sacerdote nel 1966. "A Milano quel giorno noi c’eravamo", dice ancora Albani. Il 7 dicembre 2004, il futuro cardinale riceverà, dall’amico sindaco, pergamena e medaglia di cittadino onorario. Nel 2007 il Papa lo chiama a Roma. "Siamo stati accanto a lui anche tre anni fa, quando in San Pietro il Papa lo ha nominato cardinale", dice Albani. Insieme ai meratesi, quel giorno c’erano i parenti di Santa Maria Hoè e i suoi compagni di Osnago.Tra loro Giulio Maggioni, l’amico che insieme ai volontari della Fiera di Osnago gli aveva organizzato il trasloco in Vaticano. 

"All'asilo noi eravamo scatenati, lui era timido" dice Maggioni. Ernesto Colombo invece con Ravasi frequentava l’oratorio. "Andavamo presto, per giocare. Lui arrivava già nel pomeriggio, faceva giusto una capatina, tanto per scambiare qualche parola. Poi tornava sui libri". Le sorelle vivono tuttora a Osnago. E qui, il cardinal Ravasi, torna ogni anno per le feste natalizie, celebrando la messa nel giorno di Santo Stefano. Anche il 26 dicembre scorso, in occasione dell’ultima visita, la chiesa era come sempre strapiena di concittadini e di amici "della leva", che non hanno voluto perdere l’occasione di rivedere un amico.