Lecco, 6 febbraio 2013 - Le province di Lecco e Como vengono giù, specialmente nella zona dell’Alto Lario. L’allarme arriva dai ricercatori di Coldiretti Lombardia, secondo cui frane e cedimenti di terreno aumentano costantemente in tutto il territorio. Secondo i dati Iffi, Inventario fenomeni franosi in Italia, gli smottamenti, che nel 2006 ammontavano a 12.359 nel Lecchese e a 10.439 nel Comasco, nel 2012 sono cresciuti rispettivamente fino a quota 13.433 e 13.383.

“Significa che  in appena sei anni si sono verificati ben 2.944 eventi franosi o di smottamento, ovviamente di diversa entità, in provincia di Como e 1.074 in quella di Lecco – come sottolinea il presidente della Coldiretti interprovinciale Fortunato Trezzi - . Numeri significativi, che evidenziano l’importanza di tutelare il territorio montano e il ruolo delle imprese agricole che, lì operando, svolgono un’importante azione di mantenimento e presidio”.

Il ricordo di quanto avvenuto nel 2010 a Pino di Varenna nel 2010 con il blocco della supersttrada nel troncone Lecco-Colico in entrambe le direzioni è ancora vivo. Come quello che è successo un anno più tardi, nel luglio 2011, a Brienno, provincia di Como, con fango e detriti fra le case e sulla statale Regione.  Oppure il più recente crollo di alcuni massi dal dal “Dito di Dones” nei pressi di Ballabio solo il 19 gennaio scorso.

Ma il fenomeno interessa l’intera regione. “Il problema è sotto gli occhi di tutti, in particolare di chi sta in montagna – spiega Ettore Prandini, Presidente della Coldiretti Lombardia – Dal 2006 a oggi si è passati da 130 mila a oltre 148 mila fenomeni, con un aumento del 13 per cento e coinvolgendo il 17 per cento dei 23.800 chilometri quadrati del territorio regionale. L’Italia frana anche perché il 25 per cento delle campagne negli ultimi 40 anni è stato coperto dal cemento, con un consumo spropositato di suolo, o abbandonato, come è successo in alcune aree montane”.

In Lombardia il maggior numero di frane si registra in provincia di Sondrio, con il 30 per cento di tutti gli eventi individuati in regione seguita da Brescia, Bergamo, Como, Pavia e Lecco. Il record di diffusione spetta invece a Pavia con un aumento del  37% in 6 anni, visto che si è passati da 5.949 a 8.130 fenomeni.

Dal 2006 a oggi è salita anche l’incidenza dei fenomeni ancora potenzialmente attivi, passata dal 90 al 95%, mentre per quanto riguarda le fasce territoriali più vulnerabili ci sono in Lombardia oltre 30 mila chilometri di strade secondarie e principali, oltre 8 mila chilometri di linee elettriche, quasi 2 mila chilometri di percorsi ferroviari e più di 2.400 chilometri quadrati di aree urbane.