Merate, 23 gennaio 2013 - I carabinieri per la seconda volta ieri mattina sono tornati a bussare alla porta Cristina Clementi, 46 anni di Merate, responsabile dell’ufficio approvvigionamenti dell’Azienda ospedaliera di Desio e Vimercate. Le hanno consegnato un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, in pratica è agli arresti a casa propria. É accusata di corruzione e turbativa d’asta nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte commesse truccate che coinvolge dirigenti dell’Aler - Agenzia regionale per l’edilizia residenziale - vertici della Kaleidos, società attiva nel settore del noleggio di auto e affiliati alla Compagnia delle opere, l’associazione imprenditoriale del movimento di Comunione e liberazione.

Cristina Clementi sarebbe coinvolta in un caso di corruttela risalente al 2008 per una gara da 1.120.000 euro per la fornitura appunto di veicoli a lungo termine senza autista all’ente sanitario dove presta servizio. La donna - che appartiene alla Compagnia delle Opere e a Comunione Liberazione, è stata di recente coinvolta in un’altra indagine, quella sulla «sanitopoli» lombarda. Risulta indagata per turbativa d’asta insieme, tra gli altri, all’ex assessore regionale alla Solidarietà sociale, il lecchese Giulio Boscagli; il conte leghista di 52 anni di Missaglia Alberto Uva; Luca Filippo Maria Stucchi di 47 anni di Merate, ex responsabile del personale dell’Azienda ospedaliera lecchese e diggì del Carlo Poma di Mantova o il brianzolo Maurizio Amigoni, classe 1950, direttore generale dell’Ao di Desio e Vimercate.

Madre di famiglia di due figlie piccole, persona molto stimata e apprezzata, Cristina Clementi vive in via Salvador Allende, nel residence progettato dall’architetto elvetico Mario Botta a Cascina Vedù. É sposata con l’avvocato Massimiliano Vivenzio, suo coetaneo, vicesindaco nonchè assessore all’Ecologia di Merate in quota al Pdl nella Giunta di centrodestra guidata dal primo cittadino leghista, Andrea Ambrogio Robbiani. Il marito è anche il suo difensore. «Siamo sereni perchè tutto si risolverà - si limita a commentare -. La conosco da trent’anni, siamo praticamente cresciuti insieme e sono assolutamente certo della sua onestà e verrà riconosciuta la sua innocenza e la sua estraneità a quanto le viene contestato». La preoccupazione maggiore semmai è per le sue condizioni di salute, perchè reduce da un delicato intervento chirurgico e da una grave malattia, per la quale è ancora in cura, sulla quale - come ha confessato lei - ha certamente influito negativamente la situazione giudiziaria, che ora purtroppo si aggrava ulteriormente.

La nuova tegola potrebbe avere anche ripercussioni politiche in città, in diversi tra le fila della maggioranza vorrebbero chiedere proprio a l marito di defilarsi dalla scena pubblica per questioni di opportunità, sebbene lui, indipendentemente dal partito di riferimento, sia considerato un valido amministratore.


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