Lecco, 22 gennaio 2012 - Parrucchieri contro l’Agenzia delle entrate. Sessantasette saloni in provincia di Lecco sono infatti sul piede di guerra a causa di accertamenti da parte del fisco, da loro giudicati errati.
«L’agenzia deve fare il proprio lavoro ed è giusto che controlli e sanzioni gli evasori – dicono i titolari dei saloni – ma noi ci siamo visti recapitare multe astronomiche, immotivate, che vanno dai 100mila ai 300mila euro a testa. Adesso abbiamo paura per il nostro futuro».

La storia è molto semplice e inizia nel mese di febbraio 2012. Nella cassetta della posta di centinaia di parrucchieri è comparsa una lettera dell’Agenzia delle entrate di Lecco. «Si è trattato di un questionario di verifica sui redditi del biennio 2007-2008 – spiega Chiara Adele Citterio, legale di due saloni –. I contribuenti hanno risposto e, sulla base del questionario, l’agenzia ha calcolato il fatturato in base ai loro parametri, senza tenere conto però dei dati reali di alcuni servizi offerti».

Tradotto, per gli uffici lecchesi fare i colpi di sole a una cliente è un lavoro di mezz’ora, mentre per i titolari dei saloni il tempo giusto è più o meno un’ora. «I parrucchieri che seguo allora sono andati in accertamento, ma non è stato accolto. Così ora faremo ricorso» conclude l’avvocato. I tempi dei servizi non sono l’unico dato contestato dai parrucchieri lecchesi. «Mediamente i nostri tempi morti, in cui stiamo in negozio senza lavorare, sono il 40%, lo abbiamo calcolato insieme all’Unione artigiani della provincia – spiegano –. L’agenzia invece ha calcolato che vanno dal 20 al 25%».

Gli accusati sono amareggiati anche per il trattamento che dicono di aver ricevuto negli uffici di via Igualada. «Ci siamo difesi portando le prove, ma non siamo stati ascoltati – aggiungono –. Ci è stato detto di licenziare alcuni dipendenti o di chiudere, ma noi non vogliamo lasciare a casa giovani lavoratori che abbiamo cresciuto, men che meno abbassare la serranda. Abbiamo chiesto loro di venire nel negozio per vedere come lavoriamo, ma ci hanno risposto picche».

Eduardo Ursili, direttore regionale dell’Agenzia delle entrate, precisa che «molti di questi saloni hanno dichiarato perdite anche di decine di migliaia di euro nel corso del biennio verificato. Non ci sono stati utili – continua – e una situazione del genere ci è sembrata strana, così abbiamo provveduto a fare i nostri accertamenti». Sono 1.772 le attività controllate dai funzionari in tutta la provincia e ben 129 sono stati gli avvisi di accertamento per i parrucchieri. «Gli avvisi sono superiori al numero dei saloni sanzionati – spiega Ursili – perché alcuni sono stati multati sia per il 2007 sia per il 2008. Le sanzioni sono state commutate solo in caso di infedel