Merate, 14 gennaio 2013 - Il 2013 è cominciato nel peggiore dei modi sul versante dell’inquinamento atmosferico in Brianza. Le polveri sottili dall’inizio dell’anno hanno già superato la soglia dei 50 microgrammi per metro cubo per dieci volte su 13 rilevamenti utili.

Le concentrazioni di Pm10, dovute sia ai gas di scarico dei mezzi di trasporto, come allo sfregamento degli pneumatici sull’asfalto e alla combustione degli impianti di riscaldamento, secondo la centralina dell’Arpa - Agenzia regionale per la protezione ambientale - installata lungo la ex Ss 36 a Merate, sono oltre il limite massimo ormai da 7 giorni consecutivi, dal 7 gennaio.

Nonostante il varo del Piano regionale anti-smog, che impone di lasciare nei box i veicoli più vecchi e inquinanti e i numerosi provvedimenti proposti da diversi sindaci del territorio, che tuttavia spesso rimangono lettera morta perché nessuno provvede a farli rispettare, la situazione non accenna dunque a migliorare. Solo il vento e la pioggia sono in grado di spazzare via la cappa di sostanze tossiche che saturano i cieli del Meratese.

Nel 2012 gli “sforamenti” sono stati complessivamente 89, con una media di 41 µg/mc. I parametri sono stati leggermente migliori del 2011, sia sul fronte dei giorni in cui i parametri hanno valicato i limiti, sia per quanto riguarda la media delle misurazioni, ma secondo gli esperti ciò è dovuto appunto fondamentalmente all’andamento climatico e alle precipitazioni atmosferiche.

Nel complesso i dati dell’ultimo decennio sono in netta discesa, con un trend certamente positivo, ma l’aria della Brianza rimane fuori-legge in base alle normative europee, che sono sempre più stringenti e che pongono la Lombardia tra le regioni messe peggio in tutto il Vecchio Continente