Lecco, 9 gennaio 2013 -Era stato condannato in primo grado (il 24 ottobre 2010) per omicidio volontario dal Gup di Lecco, Massimo Mercaldo, a dieci anni di carcere. Nella mattinata di ieri invece i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno assolto Mauro Rota - 51 anni, padre di famiglia di Erve, in provincia di Lecco - accogliendo di fatto la tesi della legittima difesa.«Sono soddisfatto - ha commentato il legale difensore, l’avvocato Marcello Perillo del Foro di Lecco - perché abbiamo sempre creduto che il mio assistito avesse agito proprio per difendersi da una precedente aggressione. Durante la discussione in aula le integrazioni dei miei tecnici di parte su alcuni aspetti poco chiari della prima perizia balistica hanno sgombrato il campo dai dubbi». «Questa sentenza non toglie il rispetto per la vittima e i suoi familiari», ha concluso l’avvocato.
 

I fatti risalgono alla mattina del 20 settembre 2009 quando Mauro Rota aveva ucciso con due colpi di fucile - uno al cuore e l’altro al braccio - Luigi Mazzoleni, allora 50enne, lecchese del rione di Maggianico. La tragedia si era consumata nei boschi di Neguccio, località sopra Lecco, durante il primo week-end di caccia in provincia. Quello stesso giorno, dopo un lungo interrogatorio avvenuto negli uffici della questura, Mauro Rota, (allora 48enne) di Erve venne fermato su ordine del sostituto procuratore Paolo Del Grosso con l’accusa di omicidio volontario. Il cacciatore di Erve sin da allora aveva sostenuto di aver reagito alle provocazioni della vittima, con il quale - avevano in effetti appurato gli inquirenti durante le indagini successive all’omicidio - c’erano già stati degli scontri in precedenza per questioni personali.
Su queste basi si era basata la linea difensiva dell’avvocato Perillo, il quale ha sempre parlato di eccesso colposo. Ieri i giudici della Corte d’Appello di Milano hanno accolto questa tesi.

di Andrea Morleo