Lecco, 6 gennaio 2013 - Quasi 100 mila euro, per la precisione 91.815 euro. É quanto grava sulle casse dell’Azienda ospedaliera lecchese lo stipendio dei cappellani dell’Alessandro Manzoni e del San Leopoldo Mandic. Per don Giovanni Grulli, che ha prestato servizio nel 2012 al nosocomio del rione Germanedo sono stati spesi 8.352 euro, 19.463 sono stati stanziati per il suo sostituto don Antonio Di Bella dal settembre scorso fino ad agosto 2013, 30.201 per don Emanuele Ronco in forze al presidio brianzolo fino al dicembre appena trascorso più altri 33.798, 83 euro per il successore don Biagio Fumagalli per l’anno in corso.

 

Il rapporto con cui i sacerdoti sono o sono stati vincolati all’ente sanitario è un contratto di collaborazione coordinata e continuativa - cioè un Co.co.co - che integra in parte o completamente (come previsto dal Concordato) i soldi che i preti ricevono dall’Istituto per il sostentamento del clero milanese per lo svolgimento del loro ministero. Ma i nominativi dei don non sono certo gli unici ad essere finiti nell’elenco che riporta tutti gli incarichi di consulenza assegnati dai vertici della sanità provinciale a medici, infermieri, psicologi, impiegati, biologi, farmascisti, comunicatori e chi più ne ha più ne metta, in parte per supplire anche all’impossibilità di assumere dipendenti per via dei tagli e dei vincoli di bilancio. Si tratta di un documento di una decina di pagine, fitto di indicazioni su quasi duecento persone, con qualifica professionale, tipologia di contratto, area di assegnazione, durata del rapporto di lavoro e soprattutto importi riconosciuti, nel massimo della trasparenza. Tra i consulenti più onerosi ad esempio c’è Luciano Piermattei, anche lui reclutato mediante Co.co.co, arruolato il 4 aprile 2011 per due anni, alla cifra di 120mila euro lordi.

 

Lo ha voluto niente meno che il direttore generale Mauro Lovisari, con il quale condivide la militanza nello stesso partito, la Lega Nord. Fa parte della Consulta della Giustizia padana, un organismo del Carroccio composto da avvocati ed esperti che dovrebbe intervenire per risolvere problemi determinati dalla lunghezza delle procedure giudiziarie, ma soprattutto è stato dg dell’Ussl 18 di Brescia, dirigente regionale, direttore amministrativo dell’Azienda ospedaliera di Brescia, Melegnano, del San Carlo Borromeo, componenti del Nucleo di validazione dell’Asl di Sondrio e del Collegio sindacale dell’Asl di Como, professore a contratto della Bicocca dell’Università degli studi di Milano e collaboratore della Bocconi. Con la spending-rewiew il suo compenso potrebbe tuttavia venire leggermente ridimensionato. Più o meno stessa cifra per il biennio, sebbene un po’ più bassa, pari a 108mila euro, sempre lordi, per il contratto d’opera intellettuale di Antonio Urti, giornalista professionista, responsabile dell’intero settore comunicazione anche con la precedente dirigenza aziendale.

 

di Daniele De Salvo

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