di Daniele De Salvo

Merate, 4 gennaio 2013 - Si svolgeranno questa mattina i funerali di Cesarino Milani, il 64enne di Merate morto improvvisamente mercoledì solo dopo poche ore essere stato dimesso dal Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic. Le esequie verranno celebrate alle 10.30, a partire direttamente dalla chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio. Intanto ieri pomeriggio la salma dell’uomo, come disposto dal magistrato di turno, ma anche come sollecitato dai vertici del nosocomio brianzolo, è stata sottoposta ad autopsia.
 

L’accertamento è stato eseguito dall’anatomopatologa Rita Celli dell’Università di Torino. L’hanno affiancata anche il dottor Paolo Tricomi, scelto dai responsabili dell’Azienda ospedaliera lecchese e dal medico legale Mario Gallina, nominato quale pertito di parte dai familiari della vittima. Gli accertamenti avrebbero permesso di individuare le cause del decesso, ma per le conferme occorrerà attendere anche l’esito degli esami istologici.
 

Gli inquirenti al momento mantengono quindi il massimo riserbo. Dal responso dell’autopsia dipende anche la sorte del dottor Giovanni De Pasquale, il camice bianco in servizio martedì mattina, quando il pensionato l’1 gennaio ha bussato alle porte del reparto di emergenza lamentando lingua gonfia ma anche altri disturbi. È stato lui, nel primo pomeriggio, a rimandarlo a casa con la diagnosi di edema alla lingua dopo averlo sottoposto ad una lastra al torace, all’elettrocardiogramma e agli esami del sangue.
 

Ha anche modificato la terapia che il paziente stava già assumendo per alcuni disturbi cardiaci, oltre a somministrargli nuovi farmaci al cortisone, segno che, sebbene sul referto clinico non sia scritto, abbia ritenuto che i problemi riscontrati sarebbero dipesi da una reazione allergica.
 

Il professionista risulta indagato per omicidio colposo, sebbene per ora sia tutto da dimostrare che l’esito infausto dipenda da sue eventuali omissioni. Quello che è certo è che il 64enne la mattina seguente si è sentit nuovamente male, ma invece che chiedere aiuto al persona del Pronto soccorso ha preferito chiamare la guardia medica che ha riscontrato un arresto cardiaco in atto e sollecitato l’intervento dei sanitari del 118. Ma, una volta trasferito al nosocomio di via Cerri, non c’è stato più nulla da fare.
Oggi familiari e amici si stringeranno per l’ultimo addio nella chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio.