Lecco, 3 gennaio 2013 - Il Pd perde un pezzo e non uno qualunque. Si tratta di Rocco Cardamone, 54 anni di Abbadia Lariana, consigliere provinciale di minoranza, membro della Direzione del partito democratico della Federazione di Lecco di cui è stato fondatore. Quest’oggi, giovedì, ha rassegnato le dimissioni dagli organismi del movimento politico e restituito la tessera nelle mani del segretario Ercole Redaelli. Non senza polemiche.

Se nella lettere con cui comunica il suo abbandono dei democratici non spiega nulla sulle motivazioni, attraverso la sua pagina Facebook  illustra invece i perché della decisione: “Nell'ultimo periodo ho subito una ingiustificata ed inaccettabile ostilità da parte di alcuni membri del partito, comportamenti che hanno superato i confini della competizione facendo venir meno il vincolo di solidarietà, condizione imprescindibile nell'appartenenza ad ogni gruppo sociale, qualunque esso sia“, illustra senza mezzi termini.

Tutto ciò cioè da quando si è schierato alle primarie con il sindaco di Firenze Matteo Renzi. La situazione è peggiorata quando si è anche presentato alle ultime parlamentarie, sempre in quota al “rottamatore”, una scelta di campo che gli “ultraotodossi” del Pd non gli hanno evidentemente perdonato, a lui come del resto ad altri non in linea con coloro che provengono dall’area ex-Ds, la componente maggioritaria dell’eterogeneo gruppo.

“Vi confesso che, con qualche sofferenza, mi sono tolto un peso e che mi sento un uomo ancora più libero di prima - prosegue - Riconosco di essere sempre stato considerato estraneo e poco organico al sistema partito e in quanto tale poco amato dai vertici dello stesso. Un sistema-partito dove non viene minimamente considerato il merito prevalendo il familismo di clan o corrente che dir si voglia“.

E ancora: “Forse è giusto così e io non l'ho mai capito né accettato. Ma la politica non vive solo nel recinto dei partiti. Anzi. Al di fuori di essi si può fare ancora di più e meglio perché il fine di ogni impegno non è il partito-chiesa ma la comunità in cui si opera e ancor di più il Paese“. Per questo continuerà a sedere tra i banchi di Villa Locatelli, in Consiglio provinciale, senza però indosso più alcuna casacca.

La sua potrebbe tuttavia essere solo la prima di una serie di defezioni. Le primarie, nate per unire, hanno infatti messo in luce le tante divergenze tra le molte anime del Partito democratico, a partire soprattutto da quelle tra chi proviene dai settori della sinistra e chi invece dal mondo moderato.