Merate, 3 gennaio 2012 - Ventitrè regole per essere ottimi professore. Le ha scritte una per una mettendole nero su bianco il preside dell’Iss Francesco Viganò di Merate Lorenzo Leandro Pelamatti, recependo anche i consigli e le osservazioni formulate dagli studenti dell’istituto che dirige e dai loro genitori. I precetti vanno dall’aggiornamento circa la materia che si insegna alla puntualità, dalla preparazione delle lezioni alle spiegazioni delle diverse discipline in base a quanto contenuto nei libri, dalla dedizione agli alunni allo svolgimento e alla correzione delle verifiche. Ma i «comandamenti» del perfetto pedagogo prevedono anche che non si parli mai «dei propri affari di famiglia o di argomenti che non interessino la didattica», che non si utilizzi «linguaggio volgare, nemmeno nei casi di irritazione più gravi». E ancora, «il buon docente ascolta sempre con pazienza le richieste degli alunni e se deve parlare della scuola e dei colleghi in classe si esprime con rispetto e stima nei confronti di tutti».

Attenzione anche agli orari: «l’aula deve essere lasciata solo al termine delle lezioni, quando tutti gli studenti sono usciti». E naturalmente un particolare occhio di riguardo il preside lo riserva per il decoro dei propri collaboratori che si devono «abbigliare in modo adeguato al ruolo» e devono «avere grande cura della propria persona». Molto gradita è anche la sensibilità individuale, sia sotto il profilo psicologico, sia sotto quello pedagogico in modo da saper riconoscere le eventuali criticità e i momenti di disagio delle ragazze e dei ragazzi, anteponendo quelli che è la funzione dell’insegnante agli interessi e alle impegni personali, manifestando in ogni caso di essere una persona «serena, tranquilla e ragionevole».

Nella circolare, inviata singolarmente tramite un messaggio di posta elettronica ad ogni sottoposto, il preside sottolinea che le «considerazioni elencate non sono rimproveri e non vogliono andare a colpire nessuno nello specifico». Semmai si tratta di consigli e suggerimenti. Certo è che se è dovuto arrivare a ribadire alcune indicazioni è perché evidentemente qualcuno se ne è discostato troppo e quindi ha ritenuto opportuno intervenire, sebbene in maniera estremamente garbata, per richiamare tutti al proprio dovere.

di Daniele De Salvo