Lecco, 24 dicembre 2012 - I rappresentanti delle istituzioni lecchesi questo pomeriggio, lunedì, hanno celebrato la Messa di Natale in carcere, tra i detenuti di Pescarenico. Alla liturgia, presieduta dal cappellano don Mario Proserpio e dal prevosto del capoluogo monsignor Franco Cecchin, hanno partecipato il seantore democratico Antonio Rusconi, la collega di partito onorevole Lucia Codurelli, l’assessore provinciale ai Servizi sociale Antonio Conrater e i componenti della Giunta dell’Amministrazione comunale di Lecco Francesca Rota ed Elisa Corti.

Al termine della funzione religiosa, molto sentita, si è svolto un momento conviviale con lo scambio degli auguri. I parlamentari hanno donato agli ospiti della struttura un calcetto balilla e alcuni palloni da volley per i momenti ricreativi e di svago.

Ma per i reclusi c'è poco da festeggiare. La casa circondariale di Lecco è stata progettata per accogliere 60 detenuti, ma attualmente la ne ospita un‘ottantina, il limite massimo consentito. Alcuni sono costretti a condividere in tre una cella di pochi metri quadrati. I momenti d'aria sono inoltre ridotti al minimo, a causa della carenza cronica di agenti di custodia. Il rapporto dovrebbe essere di uno a uno ma in servizio ci sono solo 47 poliziotti della penitenziaria, quasi la metà di quello che prevedono i protocolli di sicurezza.

E anche quando i carcerati possono uscire dalle loro stanzette in realtà non hanno molto di cui occuparsi per ingannare il tempo che non scorre mai, non possono nemmeno praticare un po' di attività sportiva perchè mancano impianti. Anche sul fronte dei percorsi formativi e di riabilitazione le iniziative scarseggiano nonostante l'impegno di due educatrici professionali e di una mezza dozzina di volontari.

La maggior parte della popolazione carceraria lecchese è rappresentata da stranieri, 41 in tutto. Molti, 27, hanno problemi di tossicodipendenza. Solo la metà sono stati condannati in via definitiva, gli altri o sono sotto processo, o hanno presentato ricorso oppure sono ancora in attesa di giudizio.  In genere si tratta di gente arrestata per droga o per reati minori, alcuni invece sono stati trasferiti da altre realtà perchè hanno quasi terminato di scontare la loro pena.