Cremello, 23 dicembre 2012 - Sono dei professionisti del crimine i quattro rapinatori che giovedì pomeriggio a Cremella hanno sequestrato in casa sua Tarcisio Vergani, l’antiquario in pensione di 76 anni tenuto in ostaggio per quattro ore sotto la costante minaccia di una pistola e di un coltello. I banditi hanno studiato il piano fin nei minimi dettagli, sapevano quello che volevano e anche dove cercarlo. Prima di entrare in azione hanno effettuato diversi sopralluoghi, senza dare troppo nell’occhio, per studiare la zona, accertarsi che l’uomo vivesse solo nella villetta di via Grigna 12 e scegliere il momento opportuno per entrare in azione. Inoltre hanno disattivato il sistema antifurto e tranciato i cavi delle linee telefoniche affinché nessuno potesse disturbarli né, tantomeno, lanciare l’allarme.
 

Sembrerebbe che durante il colpo non avessero con loro nemmeno un telefono cellulare per evitare di essere rintracciati attraverso le celle dei ripetitori. Indossavano pure mascherine sul volto e guanti in lattice per non correre il rischio che qualcuno, a partire dalla vittima, potesse tracciarne un identikit e per non lasciare impronte digitali.


Oltre alle armi, si sono portati appresso solo una sega circolare con la quale scassinare la cassaforte cui miravano. Forse sono stati supportati da un quinto complice con il compito di palo e di autista al momento della fuga. Si tratta dunque di gente determinata e preparata, che ha scelto la vittima da derubare con cura.
Proprio per questo gli investigatori dei carabinieri del Comando provinciale di Lecco hanno definito il raid come «atipico» in quanto non si tratta di uno dei «soliti» assalti ai danni di imprenditori o persone facoltose.

Molti elementi lascerebbero presupporre che abbia agito la stessa banda che il 13 ottobre ha aggredito un commerciante in pensione e la sua compagna a Lomaniga di Missaglia. Intanto la vittima della brutale aggressione, che in un primo momento aveva rifiutato di sottoporsi a una visita di controllo in ospedale, si è lasciato convincere dai familiari a recarsi al Pronto soccorso del San Leopoldo Mandic di Merate. I dottori non gli hanno fortunatamente diagnosticato nulla di troppo grave.
 

Soltanto contusioni, ferite ai polsi e ai piedi e difficoltà circolatorie, dovute alle fascette in plastica da elettricista le quali è stato immobilizzato. È comunque ancora sotto choc ed estremamente spaventato per l’incubo che ha dovuto affrontare. I figli e i nipoti gli sono sempre accanto e lo proteggono anche dalla curiosità dei compaesani. «So che i carabinieri stanno investigando a ritmo serrato - riferisce il sindaco Guido Besana -. Quanto è avvenuto è incredibile, non ci sono davvero parole per commentare la rapina in villa. Grazie al Cielo il signor Tarcisio Vergani sta bene compatibilmente con la situazione e non ha subito, per fortuna, gravi danni fisici».

di Daniele De Salvo