Verderio Superiore, 13 dicembre 2012 - E’ stato identificato uno dei quattro “drughi” che nel settembre 2010 hanno sequestrato nella sua villa e massacrato di botte un imprenditore di Verderio Superiore in una drammatica scena degna purtroppo del film “Arancia Meccanica”. Si tratta di Dumitri Gatu, 38enne romeno. I carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Merate e del Nucelo investigativo del Comando provinciale di Lecco lo hanno incastrato tramite il dna.

Il rapinatore è stato tradito da diversi reperti biologici rivelati dai carabinieri su cicche di sigarette, spinelli e bottiglie di superalcolici che i militari della scientifica hanno raccolto sulla scena del crimine. I banditi infatti, oltre a picchiare selvaggiamente il padrone di casa, hanno improvvisato una sorta di festino a base di alcol e droga nel giardino e nei campi della zona, lasciandosi alle spalle una scia di indizi che hanno permesso di risalire almeno ad uno di loro.

L’iniziato tuttavia risulta irreperibile, scomparso chissà dove. Ad aprile verrà però ugualmente processato in contumacia. Lo ha deciso l’altro ieri il Gup, Giudice per l’udienza preliminare Paolo Salvatore su rischiesta del Pm incaricato del caso, il Sostituto procuratore Rosa Valota, sebbene a rappresentare l’immigrato in aula probabilmente ci sarà solo l’avvocato difensore d’ufficio Marinella Gavazzi.

L’assalto messo a segno due anni fa è stato uno dei più cruenti ed efferati degli ultimi tempi in Brianza. Nella notte tra il 5 e il 6 settembre, quattro individui hanno fatto irruzione nella proprietà di Luigi Moretto, adesso 57enne, un’abitazione in mezzo ai campi che si estendono tra strada dei Roncà e via Cascina San Gaetano, sul confine con Paderno d’Adda.

Gli intrusi prima hanno distrutto tutto ciò che capitava loro a tiro e poi, con una sassaiola hanno preso di mira le finestre dell’abitazione. Il proprietario è intervenuto nella speranza di metterli in fuga, in realtà ha soltanto scatenato ulteriormente la loro follia. Gli energumeni hanno sfondato a spallate la porta dietro alla quale il padrone di casa li ha aspettati con in mano un bastone di legno pronto a tutto per salvare i suoi cari.
Ha menato qualche fendente ma è stato comunque sopraffatto nel giro di breve. Sperando di porre fine all’incubo, ha consegnato il denaro, oltre 5 mila euro in contanti, ma non è bastato, ma non i soldi non bastavano, volevano anche i gioielli, ma soprattutto volevano “divertirsi“ anche con la moglie dell‘uomo e la figlia adolescente. L’incubo è durato oltre mezz’ora, fino a quando, non sono intervenuti i carabinieri.