Lecco, 5 dicembre 2012 - Hanno costruito liste elettorali con nomi fasulli, poi hanno sottoscritto le liste con firme false di minorenni, invalidi e in un paio di casi di persone decedute. I fatti risalgono alle elezioni Comunali e Regionali del 2010 e adesso otto persone, esponenti politici locali e nazionali, sono a processo per il reato di falso, violazione della legge elettorale e della normativa sulla privacy. Nei guai sono finiti: Massimiliano Loda di Milano, Paolo Pedrana di Bormio, Alessandro Patelli di Cologno al Serio, Giovanni Fiori di Milano, Remo Roberto Casagrande di Milano, Ignazio Comincini di Rho, Bruno Amati di Molteno e Salvatore Ferrara di Lomazzo.

 

Le persone offese sono 270 e ieri, all’udienza davanti al giudice Gian Marco De Vincenzi si sono presentate 50 persone che si sono ritrovate affiliate a un partito, senza esserne a conoscenza. "La mia assistita - racconta l’avvocato Stefania Brambilla, che difende una ventenne lecchese - si è ritrovata in un partito a sua insaputa". Secondo quanto ricostruito in aula, nel febbraio del 2010 gli otto esponenti politici che facevano riferimento a Democrazia Cristiana, Alleanza di centro, Upa, Forza Nuova e Lega Padana, hanno raccolto le firme per poter partecipare alle due consultazioni elettorali. Ne mancavano però alcune e, per poter completare la lista oppure per aver il numero necessario e partecipare al voto, venne commesso il reato.

 

Anzi i politici trovarono l’escamotage di utilizzare persone iscritte alle liste elettorali, falsificandone la firma. La commissione elettorale durante un controllo scoprì il falso e gli atti vennero trasmessi alla Procura. Dalle indagini è emerso che tra le persone che hanno sottoscritto le formazioni politiche c’erano due morti. Poi spiccano nomi di studenti, impiegati, qualche professionista lecchese e anche di persone invalide o anziani che non escono da casa da qualche anno.

 

"È uno scandalo - afferma Jessica, una delle persone offese - mi sono ritrovata in un partito, con tanto di firma falsa e adesso, oltre a voler fare chiarezza, chiederò un risarcimento". Nell’udienza di ieri il Procuratore Capo, Tommaso Buonanno, ha ricostruito le tappe dell’inchiesta. Poi sono state sollevate eccezioni di incostituzionalità dell’accusa di falso documentale e tutti gli atti sono stati rinviati al giudice delle indagini preliminari. Le persone offese hanno avanzato anche una richiesta di risarcimento in sede civile, oltre a contestare agli otto politici e amministratori la violazione della legge sulla privacy.

Angelo Panzeri

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