Bosisio Parini, 2 dicembre - Ha brandito il fucile come fosse una clava per cercare di allontanare le due bestie che stavano sbranando i suoi cani, ma dall’arma ha esploso inavvertitamente un colpo che lo ha colpito a bruciapelo in pieno addome. I pallini gli hanno perforato lo stomaco e altri organi vitali e nel giro di pochi minuti è morto dissanguato.

L’assurda tragedia si è consumata questa mattina, domenica, poco dopo le 8 nei boschi di Bosisio Parini, lungo via Caneve. La vittima è Francesco P., 53enne ufficialmente residente a Milano ma che di fatto abitava a Merone, insieme alla moglie. L’uomo era impegnato in una battuta venatoria insieme ad un amico del paese.

Improvvisamente dal nulla sono sbucati una coppia di corsi, animali da 60 chili l’uno scappati dal giardino di una vicina abitazione. I molossi si sono immediatamente avventati contro i cani da riporto delle due doppiette. D’istinto il cacciatore ha impugnato il suo calibro 12 sovrapposto dalle canne per bastonare i molossoidi con il calcio del fucile stesso e metterli in fuga.

Purtroppo nella concitazione ha premuto il grilletto, esplodendo la cartuccia caricata a pallini già pronta in canna. La rosa di pallini sparata a pochi centimetri di distanza gli ha dilaniato il ventre non lasciandogli scampo. Il compagno di caccia ha a sua volta fatto fuoco ammazzando subito uno dei due cani corsi e ferendo gravemente l’altro.

Sul posto sono subito intervenuti i sanitari del 118 con l’equipe medica di Lecco e una squadra di volontari della Croce verde della sezione locale, ma ormai non c’era più nulla da fare. Poco dopo sono accorsi anche i carabinieri della stazione di Costa Masnaga insieme ai colleghi del Nucleo operativo della Compagnia di Merate e del Nucleo investigativo del comando provinciale, oltre che l’anatomopatologo Paolo Tricomi.

Dai primi accertamenti pare certo che si sia trattato di un incidente fatale. Il Pm incaricato del caso, il Sostituto procuratore Paolo Del Grosso, ha comunque disposto l’autopsia sulla salma della vittima e altre verifiche, sebbene al momento non risultino indagati e non è stata mossa alcuna accusa formale ad alcuno dei coinvolti, nemmeno ai proprietari delle due belve, che tuttavia, qualora venissero stabilite delle responsabilità, potrebbero venir denunciati per omessa custodia di animali.

Sale così a 33 il numero di cacciatori morti per incidenti connessi all’attività venatoria dall'inizioe dell'anno, cinque invece le ignare persone uccise da colpi vaganti o partiti accidentalmente. Il numero, nonostante la stagione venatoria non sia ancora chiusa, ha già superato di gran lunga le cifre del 2011.