Lecco, 1 dicembre 2012 - Ieri alle 7 gli agenti della Digos della Polizia di Stato di Lecco hanno bussato alla postazione di Guardia medica in via Mazzini a Colico. Gli inquirenti hanno acquisito tutte le documentazioni relative alle turnazioni del mese di dicembre relative alla guardie mediche. Un’attività che è servita per integrare la già significativa mole di documenti acquisiti in precedenza per conto della Procura di Lecco.
 

Per ora gli indagati ufficiali nell’inchiesta condotta dalla Digos sono due: il dottor Guido Villa, fino a settembre responsabile del 118, e il dottor Arnaldo Bombaglio, ma gli inquirenti stanno facendo veriche su un numero molto più considerevole di medici che hanno prestato la loro attività. Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti vari aspetti tra cui, oltre al considerevole numero di ore, i servizi erogati. Nel solo mese di dicembre sono evidenziati casi di medici che solo per la Guardia medica effettuano fino a 29 turni da 12 ore, inoltre alcuni operatori prestano anche la loro opera presso altre strutture sanitarie pubbliche e non. C’è poi il caso della dottoressa Francesca Criscuolo che nel mese di dicembre farà ben 588 ore di turni tra Guardia medica, 118 e riabilitazione all’Umberto I di Bellano, oltre che i servizi a chiamata per l’Inps.
 

Nequi inquirenti c’è la convinzione che turnazioni così massacranti potrebbero aver limitato le capacità diagnostiche e di intervento di alcuni medici, questo comporterebbe nel caso di denunce o presunti episodi di malasanità una responsabilità colposa che sia negli aspetti penali sia in quelli civili avrebbe ricadute pesantissime e potrebbe dar luogo a risarcimenti sostanziosi per i pazienti.
Nel mirino della Procura oltre a tutte le turnazioni con l’acquisizione anche delle timbrature dei cartellini ci sarebbero alcuni episodi legati alla gestione delle emergenze da parte della sala operativa di 118. Tra i casi presi in considerazione ci sarebbe quello avvenuto sul territorio comunale di Vendrogno in cui non fu inviato l’elicottero malgrado le pressanti richieste dell’equipaggio dell’automedica alla centrale operativa e in cui il paziente fu defibrillato per ben tre volte prima di arrivare all’ospedale di Gravedona.
 

Si tratta chiaramente di un’indagine molto complessa e articolata che riguarda un numero elevato di soggetti e che comporta l’analisi di un volume enorme di documentazioni tra cui molte cartelle cliniche, servirà quindi un po’ di tempo alla Procura e alla Polizia per definire completamente il quadro. Adesso si attendono sviluppi, soprattutto nei prossimi giorni con la moe di lavoro che attende gli inquirenti e la Prcura.

di Stefano Cassinelli