Lecco, 23 novembre 2012 - Sembra ormai chiaro, in base alle acquisizioni di documentazione e alle persone sentite, che l’indagine sul servizio 118 e più in generale sul sistema premiante utilizzato per pagare il personale, sta puntando verso privilegi in favore di qualcuno che avrebbero provocato danni anche alla salute pubblica.
La Digos, che conduce l’indagine, ha acquisito documenti e immagini relative anche ad alcuni interventi per presunte irregolarità. Dalle carte appare chiaro che parte del personale, in particolare alcuni medici, avrebbero effettuato turni massacranti al fine di far lievitare la busta paga.

Questi turni sono però stati chiaramente concessi da qualcuno e qui ricadono i due indagati, tra cui il responsabile del 118 di Lecco, Guido Villa, che avrebbero favorito l’assegnazione di turni non curandosi del fatto che alcuni medici effettuavano servizi lunghi 36 ore consecutive.
Chiaramente questa pratica avrebbe messo i medici in condizioni di non poter operare al meglio e in riferimento ad alcune denunce per presunti episodi di malasanità rappresenterebbe una certa vittoria per l’accusa.

La situazione risulterebbe grave anche per il fatto che, come denunciato anche nella lettera del «corvo» lecchese giunta in questi giorni, per ben 13 anni sarebbe stata arbitrariamente gestita la distribuzione di fondi destinati alla copertura eccezionale di momenti di criticità nell’emergenza, momenti che, grazie alla mancanza della pubblicazione delle aree carenti relative al 118 nella provincia di Lecco, sono stati sempre di più. Su questo fronte l’anonimo ben informato scrive: «la suddivisione dei turni in sistema premiante è sempre stata gestita in maniera tale che una ristretta cerchia di medici e infermieri ne fossero i beneficiari e il fatto che in questi anni ben 65 medici se ne siano andati dalla centrale dimostra quale era il metodo utilizzato».

L’indagine partita dal 118 si sta però allargando e potrebbe coinvolgere oltre che Areu anche l’azienda ospedaliera e l’Asl di Lecco, inoltre, alla luce della missiva che un altro corvo ha inviato al Viminale a inizio novembre in cui si parla di presunte irregolarità nelle scelte legate al numero unico di emergenza 112, si arriverà a un allargamento dell’indagine a tutte le province lombarde.

di Stefano Cassinelli