Lecco, 21 novembre 2012 - I due medici gemelli erano soliti scambiarsi i pazienti. Lo ha confermato in aula quello che sembra (almeno per ora) il test-chiave al processo che vede Maurizio e Marziano Tedeschi, medici dell’Asl di Lecco, accusati di truffa al Servizio sanitario nazionale. La prima udienza si è tenuta nella tarda mattinata di ieri in tribunale a Lecco. Ilaria Monti - l’ex dipendente dello studio, poi rimasta a casa a seguito di una gravidanza - ha raccontato davanti al giudice Gian Marco De Vincenzi di aver visto Maurizio (medico di base generico) firmare le ricette per i pazienti del fratello Marziano, dentista specialista in odontostomatologia.

L’ex dipendente rischia davvero di essere il test decisivo nell’intera vicenda, soprattutto alla luce della testimonianza degli altri due teste che sono comparsi ieri in aula. Il direttore sanitario dell’Asl, Antonio Gattitoni, ha in effetti spiegato che di questa pratica non era mai venuto a conoscenza. E che al contrario della cosa se ne fosse occupato il collega Walter Valsecchi, altro dirigente dell’Asl cittadina che con tutta probabilità verrà sentito nella prossima udienza. L’altro teste - uno dei carabinieri inviati nello studio dei due medici dalla Procura di Lecco - si è limitato a relazione su quanto raccolto nelle indagini. Indagini che erano state avviate (nonostante alcune segnalazioni pervenute all’Asl anni addietro) solo dopo un servizio messo in onda da Striscia La Notizia, nel quale l’inviato Max Laudadio aveva messo alle strette i due medici proprio nel loro studio al civico 7 di via Petrarca.

«Se la ex dipendente è il teste-chiave dell’accusa, allora posso ritenermi sereno», ha spiegato il difensore, l’avvocato Marcello Perillo ostentando sicurezza. «Nessuno ha mai negato che i due fratelli si sostituissero ma lo facevano per offrire un servizio migliore ai pazienti e solo saltuariamente». Chiara sin d’ora la strategia difensiva: provare che si trattava di un comportamento occasionale. Il processo è stato aggiornato al 15 gennaio prossimo.

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