Lecco, 15 novembre 2012 - Un cliente prestigioso, la Scala, sinonimo di eccellenza italiana nel mondo. Un dipendente che decide di passare alla concorrenza e - chissà se in buona o in mala fede - si tiene per tre mesi la cassetta degli attrezzi e lascia pezzi di ricambio e manuale d’istruzioni nell’armadietto le cui chiavi solo lui possiede) del gioiello firmato da Piermarini. Risultato?La Scala rescinde il contratto di manutenzione con l’azienda per firmarne uno nuovo con la diretta concorrente.
 


Al centro della vicenda c’è Radio Marconi, che nel 2004 partecipa insieme ad altre realtà internazionali al rifacimento degli impianti tecnologici del teatro milanese. L’azienda lecchese con sede a Calco si aggiudica l’appalto per installare un display multilingue utilizzato dai direttori d’orchestra. La direzione della Scala rimane soddisfatta, tanto da affidare a Radio Marconi anche la manutenzione. Tra il novembre e il dicembre 2009 tra l’azienda e il dipendente (A.F.) incaricato di seguire in prima persona la manutenzione si incrinano. «Era un collaboratore - spiega l’avvocato Roberta Mandelli, legale dell’azienda - a cui il 30 novembre scadeva il contratto. Il 2 dicembre il direttore amministrativo di Radio Marconi gli comunica che il contratto verrà rinnovato, mentre solo due giorni dopo lui risponde di aver già trovato un’altra sistemazione». Il dipendente va alla concorrenza ma si dimentica di restituire la cassetta degli attrezzi e soprattutto il manuale delle istruzioni e i pezzi di ricambio in un armadietto alla Scala.
 

Vero o non vero il teatro più famoso d’Italia non può rimanere senza assistenza, così straccia il contratto con Radio Marconi e ne firma uno con la nuova azienda. «Per quel comportamento il mio cliente ha subìto un enorme danno sia sul piano economico che di immagine». La querelle passa dai palchi della Scala alle meno prosaiche aule di tribunale. La cassetta, i ricambi e il manuale tornano in possesso di Radio Marconi solo dopo un sequestro disposto dall’autorità giudiziaria. E si aprono due procedimenti: uno penale per appropriazione indebita (ieri l’ex dipendente è stato assolto) e uno civile (ancora in itinere) per risarcimento danni. Ma il cliente prestigioso ormai è volato via.
 

andrea.morleo@ilgiorno.net