Castello Brianza, 11 novembre 2012 – I responsabili di una società che gestisce distributori di bevande e caffè lo avevano licenziato in tronco perché sospettavano che rubasse i soldi dalle macchinette che avrebbe dovuto rifornire. Nonostante l'allontanamento coatto dal posto di lavoro è tuttavia riuscito ugualmente a continuare l'”attività”, affidandosi al cognato, a cui ha passato sottobanco sia i vestiti, sia il tesserino di riconoscimento, sia e soprattutto la chiave universale per aprire gli erogatori e ripulirli degli spiccioli custoditi all'interno.

Ma l'altro giorno i carabinieri hanno smascherato entrambi. Si tratta di un 39enne di Sotto il Monte e del parente 33enne dello stesso paese, personaggio già noto alle forze dell'ordine per alcuni precedenti di droga. A scoprire il raggiro sono stati i militari della stazione locale di Oggiono alle dipendente del maresciallo Nicolino Ombrosi, chiamati dal titolare della “Gamma” di via Prato a Bevera di Castello Brianza, dove si è presentato il più giovane spacciandosi per un tecnico della “Ciesse caffè” di Merate, incaricato appunto ritirare i contanti depositati nei distributori.

Nonostante la divisa e la targhetta identificativa sia l'imprenditore sia gli operatori del 112 hanno intuito che qualcosa non quadrasse. E non si sbagliavano. Perché dai successivi accertamenti è emerso che non era affatto dipendente della ditta meratese. Non solo. Messo alle strette, l'uomo ha confessato di essere in “affari” con il cognato, lasciato a casa qualche mese prima perché si presumeva avesse il vizietto di intascarsi le monete delle macchinette.

E' stato lui a fornirgli abbigliamento, scheda identificativa a cui i due hanno cambiato la fotografia e le generalità riportate e soprattutto il passepartout necessario per svuotare dei contanti gli erogatori di bibite. Entrambi sono stati denunciati con l'accusa di furto aggravato e continuato in concorso. L'ultimo colpo, se andato a buon fine, avrebbe fruttato loro appena 35 euro, ma in precedenza con il solito giochetto si stima abbiamo fatto sparire oltre un migliaio di euro da macchinette installate presso aziende sia della provincia di Lecco, che della Bergamasca e della Brianza e del Milanese.