Merate, 5 novembre 2012 - Nella cattolicissima Brianza, terra con un calendario ancora scandito dalle feste patronali e dove un sacerdote, nonostante la secolarizzazione, rimane sempre considerato un punto di riferimento importante per l’abito che indossa e per il ministero che svolge, non poteve passare inosservato il coming-out di un prete seguito da scomunica.

Così ieri, all’uscita dalla Messa domenicale, sul sagrato della prepositurale di San Giorgio Martire di Pagnano di Merate e nel vicino bar i comparrocchiani di Mario Bonfanti non parlavano di altro che della decisione del don «felicemente gay» - com’ha dichiarato lui stesso - di voltare le spalle alla fede di Roma per quella episcopale. Eppure nessuno se la sente di criticare, nessuno punta il dito. Perché nel piccolo rione tutti conoscono quell’uomo 40enne da quando era ragazzino e si ricordano di quando giocava in calzoncini all’oratorio. Con lui hanno condiviso il travagliato percorso vocazionale che l’ha portato all’ordinazione a sacerdote.
 

«È difficile esprimere un’opinione - assicura Walter Carmagnani, 80 anni -. L’ho visto crescere e suo padre canta con me nel coro. Sono rimasto sorpreso dalla sua scelta di cambiare confessione ma ritengo che nessuno possa permettersi di esprimersi su una vicenda umana tanto delicata». Gilio Bonalume commenta: «La chiesa si deve aprire, il mondo sta cambiando e lui ha posto degli interrogativi giusti. Purtroppo è toccato a lui sollevarli. Sul resto, sul diritto canonico e sulla disciplina del Vaticano non me ne intendo e quindi taccio».

«Omosessuale o eterosessuale non esiste alcuna differenza - aggiunge il 70enne Aldo Moretti - Nessuno, nel Terzo Millennio, ormai dovrebbe scandalizzarsi su questi argomenti. La si può pensare diversamente ma almeno Mario Bonfanti ha dimostrato di essere una persona sincera e pronta a pagare prezzi salatissimi». «Mi spiace che se ne sia andato dalla chiesa cattolica, tutti parlano solo bene di lui e lo rimpiangono, è una brava persona», dice Maria Franzoni, che di anni ne ha 83. «È l’unico che ha avuto il coraggio di mostrarsi per quello che è, che ha predicato le cose giuste e che è stato capace di metterle in pratica - taglia corto Pierangelo Rocca - Le sue preferenze e i suoi orientamenti non dovrebbero interessare».
 

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