Merate, 24 ottobre 2012 - Un medico è stato arrestato con l’accusa di aver molestato alcune pazienti. Si tratta del dottor Paolo Pignoli, 59 anni di Arlate di Calco, chirurgo vascolare di fama internazionale in servizio all’ospedale di Merate. Non è la prima volta che finisce nei guai con la giustizia sempre per lo stesso motivo: alle spalle ha già una condanna per aver abusato di una trentenne nel 1995. A puntare il dito contro il camice bianco per ora sono cinque donne, le quali hanno riferito ai carabinieri che durante alcune visite lui avrebbe allungato le mani, palpeggiandole tra le gambe. Gli episodi sarebbero avvenuti tutti nei primi mesi del 2012, sebbene i militari abbiano poi ricevuto segnalazioni analoghe anche per il periodo compreso tra il 2009 e il 2010.
 

Gli investigatori stanno adesso sentendo tutte le persone che hanno avuto a che fare con lo specialista. L’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari, emessa dal Pm che coordina le indagini, il Sostituto procuratore Paolo Del Grosso, gli è stata notificata ieri mattina all’alba. Gli uomini del Nucleo operativo si sono presentati quando ancora dormiva insieme alla moglie. Hanno passato al setaccio l’intera abitazione e il suo studio privato, alla ricerca di documentazione e dei registri delle pazienti. Gli operatori del 112 si sono poi spostati al San Leopoldo Mandic per perquisire il suo ufficio e l’ambulatorio pubblico che condivide insieme ad altri colleghi. Anche qui hanno sequestrato alcune cartelli ed elenchi clinici.


«Mi hanno chiesto di visionare degli incartamenti e di accompagnarli - si limita a spiegare Gedeone Baraldo, direttore sanitario del presidio brianzolo -. Hanno preso un foglio e dei certificati con delle prescrizioni. L’ispezione è durata circa una mezz’oretta». «Abbiamo pienamente collaborato con gli inquirenti e continueremo a garantire analoga collaborazione per il proseguo delle indagini - aggiungono i vertici dell’Azienda ospedaliera lecchese -. Ciò che sarebbe addebitato al medico è gravissimo. Confidiamo che possa difendersi adeguatamente. Stiamo anche valutando l’adozione di eventuali provvedimenti cautelari». Per cominciare il 59enne è stato sospeso dall’incarico ma si paventa anche il licenziamento. Da tempo in realtà, da quando cioè i responsabili del nosocomio hanno ricevuto le prime proteste sull’operato dell’angiologo, i suoi superiori sono intervenuti per tutelare gli utenti.
 

Trasferendo ad esempio l’ambulatorio del dottore da una zona abbastanza isolata ad una al piano interrato della struttura di via Cerri, dove si trovano tutti gli altri poliambulatori, in un’area quindi più frequentata e di maggior controllo. Dal canto suo il diretto interessato sarebbe rimasto molto sorpreso e scosso quando si è trovato gli uomini in divisa alla porta e nega di aver mai approfittato del suo lavoro per importunare le pazienti.
 

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